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PIETRO DA VERTOVA A LA PAZ CON IL CENTRO MISSIONARIO “TORNO PER INSEGNARE MUSICA, NON C’E’ NIENTE DI PIU’ BELLO”
– VERTOVA – Il suo primo viaggio è stato dalla Bolivia a Vertova, nel 1982 quando aveva circa 3 mesi, con la sua nuova famiglia. Oggi invece Pietro Rolando Guerini ha deciso di fare il viaggio al contrario: tornando nella sua La Paz dove è nato 31 anni fa.
E la motivazione che lo porta nella parrocchia di don Andrea Mazzoleni, conosciuto anche in Val Gandino, è legata alla sua più grande passione: la musica. “Sono tornato in Bolivia 2 volte – spiega Pietro -: la prima volta nel 2005 un po’ per curiosità e per riscoprire dove mi avevano conosciuto i miei genitori e poi nell’estate 2013 con il Centro Missionari. Don Andrea, vista la mia attività musicale e d’insegnamento, mi ha chiesto se avessi avuto voglia di andare in missione per fare un’esperienza aiutandolo con i bambini e ragazzi della parrocchia. C’ho pensato un po’, è stata una scelta difficile ma poi ho scelto: torno nella mia Bolivia per insegnare musica, non può esserci niente di più bello”. Pietro è diplomato in tromba presso il conservatorio Gaetano Donizetti di Bergamo ed è presente e molto conosciuto come musicista in diverse bande della Valle, e in gruppi musicali: uno su tutti il quintetto d’ottoni “Just a brass quintet” da lui fondato e diretto.
L’8 aprile lo aspetta il viaggio che, insieme ad altri 5 ragazzi, lo riporterà per 2 anni in Bolivia con il progetto del Centro Missionario di Bergamo “Missionari fidei donum”. “La preparazione è stata lunga in questi mesi – continua Pietro – sia a livello psicologico che spirituale: saremo portatori di fede il Vescovo Beschi ci ha consegnato la croce; spero davvero di dare il meglio a quella che è la mia popolazione”. Pietro, che conserva il nome d’origine Rolando, si troverà a Munaypata, una zona di La Paz: la capitale boliviana ha quasi un milione di abitanti e si trova a poco meno di 4000 metri d’altitudine ai piedi delle Ande. “Qui potrò anche praticare un’altra mia grande passione – spiega Pietro -, quella per la montagna. In valigia insieme alle trombe non mancherà l’abbigliamento tecnico per effettuare i miei primi 6000”. Ma le sue giornate saranno soprattutto piene di musica con i ragazzini del collegio e con la banda a cui Pietro insegnerà non solo la chiave di violino e gli intervalli musicali, ma soprattutto che un futuro migliore è possibile. Così come è stato per lui. E se ci sarà bisogno Pietro si impegnerà anche nei lavoretti di manutenzione idraulica, vista la sua esperienza lavorativa. Dall’ombra delle Ande sicuramente ogni sera un pensiero sarà per la mamma e il papà che non c’è più “Li devo ringraziare infinitamente – conclude – mi hanno dato tantissimo e mi hanno permesso di essere quello che sono oggi: spero di fare altrettanto anche io con le persone che incontrerò sul mio cammino”.
Giovedì 20 marzo
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