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Cronaca

MORANDI ERA A FARE LA LEGNA, ORA E’ AI DOMICILIARI PER IL RISCHIO DI RECIDIVITA’

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La svolta nel caso Morandi è arrivata a circa 10 mesi da quando la questione degli ammanchi alla Private Banking di Fiorano al Serio è venuta a galla rimbalzando da un media all’altro.

Siamo alla fine di giugno 2013 quando i primi clienti di Benvenuto Morandi, direttore della sezione Private e sindaco di Valbondione, cominciano a denunciare la mancanza di soldi sui loro conti: una situazione che non resta isolata.

In poche settimane si scoprono ammanchi e perdite per un totale di 20 milioni di euro. E si aprono più piste che coinvolgono, tra gli altri, Gianfranco Gamba, imprenditore della media Valle a cui Morandi avrebbe sottratto, a sua insaputa, 10 milioni di euro. E poi la pista “Lizzola”: alcuni dei soldi mancanti sarebbero infatti stati indirizzati sui conti della società Sviluppo Turistico Lizzola che gestiva le piste.

Sì, gestiva. Perché ad oggi la società è stata liquidata, gli impianti hanno chiuso prima della chiusura della stagione mettendo in ginocchio un’intera comunità e Morandi, dopo essere diventato ex sindaco ed ex direttore è stato arrestato.

Nella foto: Morandi fuori dalla caserma dei Carabinieri di Clusone

 

IL BLITZ DELLE FORZE DELL’ORDINE

Mancano pochi minuti alle 9 di venerdì 9 maggio quando il nucleo operativo dei Carabinieri di Clusone, insieme alla radiomobile e alla Guardia di Finanza di Bergamo, passano per la strada stretta di Fiumenero, frazione di Valbondione. Imboccano via Morandi e si fermano al civico 4. Sul citofono il nome “Benvenuto Morandi”. Suonano ma Morandi non c’è; “E’ in baita e non ha il cellulare con sé”. Così si cerca di capire come fare per raggiungerlo e mentre si chiede quale sia la strada da percorre, arriva lui, col trattore carico di legna appena tagliata. Entra in casa. Dopo di lui i militari; ci staranno circa un’ora.

Nella foto: il trattore di Morandi carico di legna

 

 LA NOTIFICA DI ARRESTO E LE CAUSE

Dopo la perquisizione nell’abitazione di 3 piani di Morandi, le forze dell’ordine lo conducono in caserma a Clusone per notificargli il provvedimento di arresto ai domiciliari con braccialetto elettronico. Sono le 11 e anche in caserma Morandi ci resta un paio d’ore. L’arresto è avvenuto in esecuzione di un’ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dal Gip Viti del tribunale di Bergamo. “Estrema pericolosità sociale” – recita l’ordinanza del Gip – “e forte rischio recidivante. Morandi continua a conservare notevole influenza nel tessuto economico, sociale e politico dell’alta Val Seriana”.

Morandi è accusato di furto aggravato, falso e truffa aggravata. Si sarebbe reso responsabile, nel periodo ottobre 2007 – giugno 2013, di aver illecitamente sottratto, in più circostanze, ingenti somme di denaro dai conti correnti intestati a diversi clienti del suddetto istituto bancario, tra cui imprenditori e piccoli risparmiatori della valle Seriana, per un totale di circa 20 milioni di euro, al fine di trarne profitto per finanziare attività sia pubbliche che private. Ad oggi è scattato il fermo perché secondo il  giudice sussiste il pericolo di inquinamento delle prove: “rimanendo il libertà Morandi potrebbe esercitare pressioni attraverso minacce o promesse di denaro o altre utilità, anche di carattere politico, a soggetti utili per le indagini”. 

La difesa dal canto suo, nella persona del suo avvocato Angelo Capelli, respinge le accuse e si riserva di leggere tutti gli atti.

Nella foto: Morandi rientra a casa prima dell’arresto

 

 

 

 

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