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Cronaca

CASO YARA: CERCHIO QUASI CHIUSO MA NON SI PUO’ ANCORA METTERE LA PAROLA “FINE”

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Il cerchio è quasi chiuso ma il caso no, non si può ancora scrivere la parola “fine”. Anche se in tanti lo avrebbero voluto, questo è quanto è emerso nella conferenza stampa svoltasi in Procura a Bergamo in merito all’omicidio di Yara e al fermo di Bossetti. Il Pm Letizia Ruggeri ha illustrato le linee guida dell’indagine, punto fermo il dna: “Bossetti è Ignoto 1”.

La pm incaricata del caso ha parlato per più di mezz’ora ricostruendo tutta l’indagine svolta fino ad oggi: un’indagine pazzesca e molto difficile partita dal nulla senza nessuna testimonianza.

 

LA RICOSTRUZIONE

Da lì si è partiti: dal 26 novembre 2010 quando una 13enne scompare e nulla più, nessun testimone che si sia rivelato credibile, nessuna immagine dalle videocamere. In una fase iniziale sono state coinvolte circa 120mila utenze telefoniche; lo scenario cambia dal 26 febbraio 2011 dopo il ritrovamento del cadavere della ragazzina e l’individuazione del dna di Ignoto 1, quello presente sugli slip e i leggins di Yara.

La strada del dna già dall’inizio è stata quella su cui si è battuto di più vista la mancanza di altri elementi: così si è arrivati al nipote di Giuseppe Guerinoni, frequentatore della discoteca vicina al campo dove è stata ritrovata la povera 13enne a Chignolo d’Isola. Da lì si è scandagliata tutta la parentela: fino allo zio del ragazzo, Giuseppe l’autista di Gorno, il cui dna ha una compatibilità altissima con Ignoto 1. Arriva la certezza: Guerinoni è il padre del killer.

Lo spostamento poi in Val del Riso e in alta Valle Seriana con un lavoro certosino e svolto di concerto con le forze dell’ordine locali, che la Ruggeri continua a ringraziare.

Poi l’ipotesi del figlio illegittimo, le testimonianze , la ricerca della madre che è certamente per la scienza Ester Barzuffi e l’arrivo al figlio Massimo Giuseppe Bossetti.

Un punto d’arrivo: il fermo tramutato dal Gip in custodia cautelare dell’indagato, che è però un punto di partenza.

Molti volevano mettere la parola “fine” su questa storia: invece siamo davanti ad un nuovo inizio. Il pm Letizia Ruggeri non esclude “di ricorrere al rito immediato, ma devo vedere come evolve questa fase investigativa”. Sì, perché si sta ancora indagando in merito al telefono di Bossetti e in merito alle tracce che possono essere restate nella sua abitazione a Mapello e nella sua auto poste sotto sequestro. Si indaga sulla famiglia, sulla paura che Yara aveva di essere osservata troppo da un uomo. 

Un’altro pezzo di storia resta dunque da scrivere, poi la giustizia farà il suo corso.

 

ASCOLTA LE PAROLE DEL PM IN QUESTO VIDEO

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