Seguici su

Cronaca

ANALISI DEI RIS SUI MEZZI DI BOSSETTI: SOTTO ESAME PELI, CAPELLI E FIBRE

Pubblicato

il

I Ris di Parma hanno lavorato ieri sull’auto e sul furgone di Massimo Giuseppe Bossetti catalogando le prime tracce trovate tra cui peli, capelli e fibre. Si cerca qualche riscontro che possa verificare la presenza di Yara Gambirasio su questi mezzi; il 43enne di Mapello è in carcere dallo scorso 16 giugno con la pesante accusa di aver ucciso la 13enne.

La Volvo V40 e il furgone Iveco Daily cassonato di colore verde chiaro sono stati letteralmente passati a setaccio: sono stati scandagliati sedili, portiere, bagagliaio, tappettini dove sono state trovate diverse tracce che andranno analizzate, per scoprire a chi appartengano.

Hanno partecipato alle analisi per la famiglia Gambirasio il genetista forense Giorgio Portera, mentre per la difesa di Bossetti la biologa forense Monica Omedei, insieme alla professoressa Sarah Gino, già consulente della difesa per Amanda Knox nel caso del delitto di Meredith Kercher a Perugia e perito del giudice nel processo a Salvatore Parolisi per il delitto di Melania Rea.

Dopo la fase di repertamento è seguita la fase dell’accertamento con strumentazioni quali lampade “crimescope”, per rilevare la presenza di tracce biologiche e “luminol”, un reagente chimico in grado di scovare tracce di sangue anche se fossero state ripulite. 

Le analisi continueranno minuziose in laboratorio e ci vorranno settimane per avere i risultati.

Anche se non sembrano essere state trovate tracce rilevanti si ipotizza comunque la possibilità di trovare qualche segno del passaggio della 13enne nella vita di Bossetti, anche non strettamente legato alla sera della sua sparizione (il 10 novembre 2010): la nuova ipotesi degli investigatori è che l’uomo possa aver avvicinato in precedenza Yara, caricandola in auto.

Quell’auto che a Brembate è stata vista molte volte e che potrebbe essere identificata con il racconto del fratellino della vittima che disse “Yara diceva che un signore la guardava male quando andava e veniva dalla palestra”. L’uomo, secondo la testimonianza, aveva anche “la barbettina” e stava su un’auto grigia lunga.

“Questi accertamenti sono doverosi – precisa Portera -, andrebbero a confermare quanto già messo nero su bianco dall’accusa”. La difesa infatti sta preparando un impianto che spieghi il perché il Dna di Bossetti si trovi sugli slip di Yara: ad oggi unica prova schiacciante nei suoi confronti.

 

Continua a leggere le notizie di Valseriana News e segui la nostra pagina Facebook

Clicca per commentare

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *