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Cronaca

PRIMO INTERROGATORIO DI BOSSETTI: NESSUN SECONDO NOME. RIBADITA LA SUA INNOCENZA

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Massimo Giuseppe Bossetti ha parlato per la prima volta nella mattina di martedì 8 luglio al Pm Letizia Ruggeri che è stata in carcere dalle 10.45 alle 13.30. Il 43enne ha voluto precisare di non essere l’uomo descritto sui giornali e ha risposto a tutte le domande del Magistrato. “Non esiste inoltre un secondo nome” hanno precisato i suoi legali all’uscita.

La Pm è arrivata alla casa circondariale di Bergamo alle 10.45, mentre alle 10 entravano ad assistere Bossetti i suoi legali Silvia Gazzetti e Claudio Salvagni. L’interrogatorio è stato richiesto la settimana scorsa dallo stesso Bossetti dopo che per due volte si era avvalso della facoltà di non rispondere.

C’era molta attesa in merito a questo primo interrogatorio visto anche alcune notizie circolate sui media nelle ultime ore in merito alla possibilità che l’accusato facesse un altro nome: ma gli avvocati hanno smentito “Non esiste nessun altro nome. Bossetti è tranquillo e determinato nel dimostrare la sua innocenza. Per questo ha voluto incontrare il Pm, per fornire elementi utili alle indagini e per dire la sua su quanto raccontato in queste settimane dai media”.

Niente lampade, discoteche o doppia vita: Bossetti continua a descriversi come l’uomo tutto casa e lavoro di cui in tanti testimoniano.

Se non fosse che l’accusa che pende su di lui sia di omicidio aggravato nei confronti di Yara Gambirasio di 13 anni. Ma l’uomo, in carcere da 22 giorni, non molla e continua a ribadire la sua innocenza.

I suoi legali chiederanno che i propri consulenti possano rifare l’esame del Dna trovato sugli slip di Yara Gambirasio, intanto si riservano di dare qualsiasi notizia in più visto il segreto istruttorio che copre il loro operato. “Dobbiamo aspettare che finiscano le indagini per avere sotto mano tutti i documenti dell’inchiesta poi nelle sedi opportune mostreremo la nostra tesi difensiva”, concludono. 

 

Nella foto i legali di Bossetti fuori dal carcere

 

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