LEGGERE... CI PIACE!
RESURREZIONE
Salire su di un ring è una scelta consapevole che segue all’idea di dover colpire un avversario ed inevitabilmente di poter essere colpiti. Si scavalcano le corde solo quando si ritiene di avere buone possibilità di vittoria e il manuale del provetto boxeur non manca di rammentare come sia necessario avere nella dotazione di base, un paio di guantoni, uno sgabello su cui sedersi fra un round e l’altro, per riprendere fiato e almeno due validi secondi che detergano il sudore e che curino velocemente le ferite. La boxe è un arte piuttosto semplice. Ci sono solo quattro tipi di colpo che si possono sferrare. Si viene suddivisi in categorie di peso e si ha un tempo limite oltre al quale non si può combattere. Tutto facile.
Uno contro uno con l’obbiettivo di restare in piedi il più a lungo possibile. Salire sul ring e trovare nell’angolo opposto un romanzo di Pierluigi Tamanini sembrerebbe quindi una delle cose più semplici a questo mondo per chi si è allenato a colpire ai fianchi gli alti papaveri della letteratura nazionale. Tamanini è un giovane scrittore. Non si appoggia a nessuna casa editrice e, follia massima, autopubblica i suoi romanzi gratuitamente sul portale Amazon. Appena lascia cadere l’accappatoio a terra mette in mostra il limite della sua muscolatura. L’impossibilità di farsi conoscere. L’assoluto limite distributivo. Un avversario decisamente facile da mandare al tappeto.
Le pagine di Resurrezione sono il leigh motif con cui avanza a centro ring e già questo dovrebbe far mettere sull’attenti l’avversario. Dalle prime pagine iniziano ad uscire pugni violenti. Tamanini mulina i verbi seguendo la massima che ha reso famoso Cassius Clay, poi divenuto per scelta Mohamad Alì. Veloce come una farfalla, pungente come un ape. Una serie rapida di uno e due che fanno vacillare il lettore che si era approcciato in maniera leggera, convinto di poter aggiungere un romanzetto nemmeno da quattro soldi, visto che è gratuito, alla propria libreria multimediale.
Tamanini getta subito a terra la maschera e mostra il ghigno cattivo, beffardo di Efrem Kowalski, personaggio cupo, introverso, eremita dell’aggettivo che vive la sua esistenza francescana con l’unico obbiettivo di poter mandare a casa, in Lettonia, il suo stipendio. Si priva di tutto. Annulla i rapporti personali condividendo la sua solitudine con una coppia di gemelli sordomuti e nell’incedere dei colpi si incominciano ad intravedere i lividi che compaiono ovunque e che generano una metamorfosi della nostra coscienza. Perché quella solitudine, così magistralmente descritta, il senso del vuoto, la perdita dell’identità e degli affetti risulta essere così incredibilmente reale e le parole utilizzate iniziano a fare male. Iniziano a mettere a nudo il nostro quotidiano. Ciò che vediamo e che fingiamo sia solo una finzione. Cento pagine di riflessione. Di introspezione, senza lanciare accuse di alcun tipo ma spingendo il lettore a voler riflettere.
Probabilmente uno dei migliori romanzi che mi sia capitato di leggere negli ultimi anni. Da rivedere la scelta grafica della copertina, ma ho comperato scatole di cioccolatini deliziosi che avevano una scatola disegnata da miopi disgrafici. Il lavoro proposto da questo giovane trentino merita di essere approfondito e si resta ancor più basiti quando andando alla ricerca di note che caratterizzino l’autore si scopre che non è alla prima impresa letteraria. Ci sono panorami che chiedono solo di essere ammirati, senza fare troppi proclami. Resurrezione è decisamente un nuovo point of view.
RESURREZIONE di Pierluigi Tamanini
ISBN 9781500349271
Per una buona lettura consiglio di recuperare un vecchio materasso e di collocarlo o nel retro di uno scalcinato furgone o in un sottoscala. Abbiate cura di avere vicino del cibo in scatola, birra dozzinale e tramezzini confezionati sottovuoto.
Si consiglia in chiusura un doppio colpo di Vodka Stolichnaya.
A cura di Wiliam Amighetti
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