Cronaca
LIZZOLA, ARRIVA L’OK DEL GIUDICE E SI RIAPRE IL BANDO. L’OPPOSIZIONE “GLI IMPIANTI ANDAVANO ACQUISTATI”
È stato aperto il nuovo bando per presentare le proposte di gestione degli impianti di risalita di Lizzola viste le nuove caratteristiche dell’accordo siglato dall’amministrazione, dal Presidente della sezione fallimentare del tribunale di Bergamo e dal curatore fallimentare della Stl. Le novità dunque è che ora l’accordo c’è ma il curatore potrà vendere quando vorrà a partire da febbraio 2015. Intanto la minoranza che siede in consiglio comunale a Valbondione solleva qualche perplessità sull’eventuale acquisto degli impianti da parte del Comune.
La nuova proposta votata lunedì scorso in consiglio comunale “è frutto degli incontri avuti con il curatore fallimentare e giudice – spiega il sindaco Sonia Simoncelli -“.
Il Comune, successivamente al fallimento della Sviluppo Turistico Lizzola poteva comprare o affittare ma “non essendo possibile procedere con l’acquisto dei beni – continua Simoncelli – e con la possibilità di far valere il diritto di affitto previste dalle concessioni, si è fatta la scelta di poter prolungare al massimo il periodo di affitto con una formula di 6 anni più 6”.
Il nuovo accordo, che diversamente dalla prima proposta prevede un affitto di 6 anni e non più di un anno, sembra mettere d’accordo tutti: il Comune pagherà un canone di 17 mila euro all’anno di affitto al curatore (affitto che non sarà dunque gratuito come aveva cercato di ottenere in precedenza l’amministrazione, ndr.); dal canto suo il Curatore per tutelare i creditori potrà vendere quando vorrà a partire da febbraio 2015.
Intanto però gli impianti aprono, che è quello che conta con la neve già scesa e la cooperativa Nuova Lizzola che freme già dal precedente bando dove era stata l’unica realtà a presentare una proposta e che ha già attivato alcune manutenzioni degli impianti e la vendita degli abbonamenti.
Il nuovo bando scade il 30 novembre e, esclusi colpi di scena, la cooperativa Nuova Lizzola trainata dall’ex onorevole Sergio Piffari, ripartecipando dovrebbe entrare in attività già dal Ponte dell’Immacolata.
LA MINORANZA “GLI IMPIANTI ANDAVANO ACQUISTATI”
Dai banchi della minoranza si sollevano però alcune perplessità in merito al mancato acquisto degli impianti che secondo il gruppo sarebbe stato preferibile; “Abbiamo votato a favore del nuovo progetto – spiega Romina Riccardi, capogruppo dell’opposizione – perché riteniamo che riaprire gli impianti sia essenziale per la nostra comunità e per tutta la zona dell’asta del Serio ma avremmo preferito che il Comune li acquistasse”.
La volontà espressa dalla Riccardi è dettata da un particolare legame con il proprio territorio “Acquistare avrebbe voluto dire avere sempre il controllo sulla stazione sciistca di Lizzola ma soprattutto entrare in possesso di un pezzo della nostra realtà che ci permette di vivere da anni. Il Comune l’avrebbe potuto fare tranquillamente perché ci sono più di un milione di euro non bloccati dal Patto di Stabilità come i 700 mila euro derivanti dalla centralina idroelettrica e i più di 300 mila euro di disavanzo dell’amministrazione precedente che potevano essere spesi. La Legge inoltre vieta l’acquisto di beni immobili ma qui stiamo parlando di beni mobili: evidentemente la volontà dell’amministrazione in carica è diversa dalla nostra”.
Dal canto sua Sonia Simoncelli risponde “Come illustrato nel primo consiglio di metà settembre nel quale abbiamo parlato di riapertura impianti, il nostro legale Zonca è stato chiarissimo: un ente pubblico non può acquistare un bene che genera perdite, inoltre c’è il fatto che un impianto sciistico sia un bene mobile è fortemente messo in discussione dalla giurisprudenza attuale. Preciso comunque che la maggioranza ritiene che la proprietà di tali impianti non debba essere pubblica. Importante è che l’ente pubblico si attivi affinché l’impianto continui ad essere gestito nel migliore dei modi, stiamo infatti parlando di impianti che non hanno valore economico se non lasciati dove sono”.
E in merito al capitale del Comune “I soldi generati dalla centralina e il disavanzo intendiamo utilizzarli per altre priorità della comunità di Valbondione – conclude Simoncelli -. Di questo se ne parlerà nella programmazione del 2015”.
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