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Cronaca

ENEL, CHIUDONO 3 DELLE 8 UNITÀ OPERATIVE IN PROVINCIA TRA CUI QUELLA DI ALBINO

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Tre delle otto unità operative di Enel Bergamo saranno chiuse: è l’effetto di una riorganizzazione nazionale che, secondo i sindacati provinciali di categoria “penalizza fortemente il nostro territorio”. Si tratta delle sedi di Romano di Lombardia, di San Pellegrino, oggi l’unica esistente in valle Brembana e di Albino: dunque, l’unica unità operativa che rimarrà in val Seriana, sarà quella di Clusone con ricadute sia in termini di erogazione dei servizi che di occupazione.

Per numero di clienti serviti, cioè oltre 648.200, il territorio orobico costituisce la più importante area lombarda in cui è impegnata Enel Distribuzione, la società che trasporta e consegna l’energia elettrica all’utenza finale. La provincia di Bergamo, percorsa da circa 14.000 chilometri di linee fra media e bassa tensione, è oggi organizzata su unità operative collocate a Seriate, Albino, Clusone, Grumello, Romano di Lombardia, Treviglio, Ponte San Pietro e San Pellegrino, dove in totale lavorano circa 220 persone.

“L’azienda ha deciso una riorganizzazione che comporta lo spostamento della funzione di progettazione a Brescia e la chiusura di tre delle nostre otto unità operative” hanno commentato Pietro Allieri di FILCTEM-CGIL, Simone Bellini di FLAEI-CISL, Maurizio Pellegrinelli di UILTEC-UIL di Bergamo.

“L’ennesima ristrutturazione della Rete Enel prevede la chiusura di 91 unità operative su tutto il territorio nazionale (all’inizio della discussione coi sindacati erano 121). Le sedi di San Pellegrino, Albino e Romano di Lombardia  hanno sempre fornito risposte significative in termini di occupazione, presenza sul territorio, sicurezza e qualità del servizio. Nonostante le nostre richieste durante i diversi incontri tenuti con l’azienda, Enel ha deciso di confermarne la chiusura, lasciando nelle tre aree solo tre presidi che non garantiranno più una risposta diretta dal punto di vista tecnico-operativo. Dal 1° gennaio, dunque, si corre il rischio che ci sia una carenza di personale. Ci chiediamo come possa esserci una concreta speranza occupazionale in un territorio martoriato dalla crisi, se anche una realtà significativa e importante come Enel lancia messaggi di dismissione e poca attenzione alla clientela” hanno concluso Allieri, Bellini e Pellegrinelli.

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