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Cronaca

CAPRIOLI E CAMOSCI IMMORTALATI ALLE SETTE STALLE DI PARÈ

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Le Orobie bergamasche non finiscono di stupirci, si sente spesso dire “E ma le Dolomiti del Trentino sono un altro mondo…”, che siano belle non c’è dubbio tant’è che sono patrimonio dell’Unesco ma ci siamo mai chiesti cosa manca alle nostre Orobie per essere meno apprezzate delle Dolomiti? Nulla, semplicemente è questa la risposta, dobbiamo amarle di più. Certamente lo sviluppo turistico del Trentino Alto Adige è di gran lunga più intensificato ma anche noi sappiamo difenderci. Quando si parla di montagna però il nostro riferimento va ai meravigliosi prati in fiore, alle vette che si innalzano alte nel cielo, ai ruscelli che sgorgano lungo i fitti boschi e ai veri protagonisti della natura, gli animali.

La fauna orobica è considerata fra le più ricche dell’intera penisola Italiana, con tantissime varietà di specie con un aumento davvero consistente negli ultimi 20 anni degli ungulati, in particolare caprioli, camosci, stambecchi e cervi  dovuto a cause diverse: l’istituzione, anni fa, di oasi di rifugio o zone di ripopolamento dove hanno avuto la possibilità di riprodursi; l’infittimento dei boschi dovuto all’abbandono della montagna, per cui è stato favorito il moltiplicarsi dei caprioli e la comparsa, in alcune zone, dei primi gruppi di cervi. 

Proprio i caprioli ed i camosci sono stati immortalati oggi nelle foto di Diego Percassi, reporter di Valseriana News, appena sopra la meravigliosa conca delle “Sette stalle di Parè”, a 1500 metri di quota a monte dell’abitato di Fino del Monte. Scorgere i camosci a quelle quote dopo le prime nevicate è abbastanza frequente, la neve infatti costringe questi ungulati a lasciare la conca della Presolana, loro habitat dalla primavera sino all’autunno, scendendo in cerca di erbe più verdi. Non vige la stessa regola per i caprioli che abitualmente abitano le zone boschive con presenza di radure o aree di boscaglia poco fitta, generalmente in ambiente pianeggiante o a basse altitudini.

Che si sia stato solo un caso non lo si esclude, di certo questo conferma quanto la fauna delle Orobie sia a tutti gli effetti da considerarsi una fra le più ricche d’Italia.

 

Nelle foto sopra la coppia di caprioli sotto il camoscio

 

 

 

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