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Economia & Lavoro

CONTRATTI DA RINNOVARE, OLTRE 100.000 LAVORATORI COINVOLTI IN BERGAMASCA

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Sono oltre 100.000 a Bergamo i lavoratori coinvolti nei rinnovi contrattuali attesi nei diversi settori, da quello pubblico ai molti comparti privati: dipendenti del commercio, lavoratori pubblici e bancari costituiscono le schiere più numerose. Il sindacato Cgil Bergamo ha diffuso i dati provinciali.

 

LE CATEGORIE COINVOLTE

Bancari

Circa 8.000

Dipendenti consorzi di bonifica  

40

Dipendenti associazioni allevatori

45

Forestali

70

Dipendenti Telecomunicazioni         

350

Tessili vari (escluso sistema moda)

1.400

Dipendenti del settore del turismo

Circa 10.000

Lavoratori del commercio

Circa 45.000

Dipendenti negli studi professionali

3.000

Lavoratori delle farmacie

1.300

Dipendenti artigiani meccanici

3.000

Lavoratori del Trasporto Pubblico Locale

 900

Lavoratori del Pubblico impiego

17.000

Dipendenti della Sanità privata  

2.600

Dipendenti delle Case riposo ex Ipab    

1.500

Scuola docenti e non docenti

12.000

 

In totale, dunque, si tratta di 106.205 lavoratori in provincia di Bergamo. I dati sono stati presentati il 22 gennaio, durante una conferenza stampa a cui hanno preso parte il segretario generale della CGIL provinciale Luigi Bresciani e tre rappresentanti delle categorie sindacali con più lavoratori toccati dai rinnovi: Marco Brumana per la Funzione Pubblica CGIL, Pierangelo Casanova per i bancari della FISAC-CGIL e Mario Colleoni che rappresenta i dipendenti del settore del commercio della FILCAMS-CGIL.

“Sui circa 360mila lavoratori dipendenti della provincia di Bergamo, dunque, quasi un terzo si trova senza un contratto – ha detto ieri il segretario generale Luigi Bresciani -. Le ripercussioni sono pesanti, sia per il mancato rinnovo degli aspetti contrattuali normativi ma anche per i mancati aumenti che toccano la tenuta del reddito dei lavoratori”.

Durante l’incontro con la stampa si è parlato in particolare dei dipendenti pubblici che non vedono un rinnovo del proprio contratto da 6 anni (e lo stesso vale per i lavoratori delle case riposo ex Ipab, mentre i dipendenti delle strutture della sanità privata non hanno rinnovi da 8 anni), ma anche dei moltissimi – si stima 55mila – lavoratori del commercio (manca un contratto dal 2013) e del settore del turismo. A lungo si è parlato anche della situazione dei bancari che, proprio a causa della rottura delle trattative per il rinnovo del loro contratto, hanno proclamato uno sciopero per il 30 gennaio prossimo.

“Per fare ripartire davvero la domanda in questo paese occorre immettere liquidità nel sistema: fra gli strumenti per farlo c’è anche quello del sostegno al rinnovo dei contratti di milioni di italiani – ha concluso il segretario Bresciani -“.

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