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Cronaca

GIORNATA MONDIALE DELL’AUTISMO, SPORT COME SOCIALIZZAZIONE E RICERCA SEMPRE PIÙ AVANTI

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Oggi, giovedì 2 aprile, ricorre la giornata mondiale dedicata all’autismo. Tante le riflessioni in merito a questo disturbo neuro-psichiatrico che colpisce un numero sempre più alto di bambini e su cui ancora molti studi sono da compiere. Dal canto suo la Regione ha attivato dei momenti di sport come possibilità di inclusione sociale.

Il fenomeno dell’autismo, che isola i soggetti dal mondo non permettendo loro di avere delle relazioni vissute nel modo completo e tradizionale, è in continua crescita: se, fino a pochi anni fa era considerata una malattia rara con 3 casi ogni 10mila, ora l’autismo colpisce un bambino su 68.

 

LE PROPOSTE DI REGIONE LOMBARDIA

L’assessore allo Sport e Politiche per i giovani di Regione Lombardia Antonio Rossi intervenendo, al PalaBadminton di Milano, all’Open Day ‘I’m different, not less’, un incontro promosso dalla Fondazione ‘Oltre il Labirinto’ e dalla Federazione Italiana Badminton per l’ottava Giornata mondiale sulla consapevolezza dell’autismo, ha utilizzato insieme a dei ragazzi autistici la “hug bike”, ovvero la bici degli abbracci usata dalle persone autistiche.

Perché questa giornata non resti solo uno spot e per testimoniare l’impegno della  Regione a favore dello ‘sport per tutti’ – ha annunciato l’assessore – mi attiverò con il vice presidente e assessore alla Salute, Mario Mantovani, e la collega con delega a Famiglia e Solidarietà sociale, Maria Cristina Cantù, per avviare dei progetti importanti, come già accaduto in campo velico, di inclusione sociale e sportiva, sulla scia di ciò che accadrà a questi ragazzi autistici, durante la prossima estate, grazie ai centri estivi organizzati in collaborazione con la Federazione Italiana Badminton“. 

 

LA RICERCA

Il vero problema dell’autismo è che non è ancora stata individuata la causa del disturbo. Ma alcuni passi avanti si stanno facendo.

I ricercatori del progetto europeo “Eu- Aims”, nel quale l’Italia è capofila con il Campus Bio-Medico di Roma, utilizzando una tecnica genomica innovativa, denominata Array-Cgh, hanno individuato in un caso su tre la causa certa o altamente probabile del disturbo, arrivando tempi rapidi a mettere a punto terapie personalizzate.

Al San Raffaele di Milano i ricercatori hanno invece puntato l’indice su una proteina, la RAB39B, responsabile di un difetto della comunicazione tra le cellule nervose, che causerebbe a sua volta disabilità intellettiva ed autismo, secondo lo studio pubblicato da “Nature Communication”. In pratica questa proteina, quando assente, interromperebbe la catena di comunicazione tra le cellule nervose, causando così i difetti cognitivi riscontrati nei pazienti. 

Dall’Università di San Diego in California un imponente studio, che vede come prima firma l’italiano Tiziano Pramparo, ha appurato che non esiste un gene dell’autismo ma “un intero profilo genetico”, che consente di individuare i bambini colpiti dal disturbo. I maschi con una frequenza quattro volte maggiore delle femmine.

Ancora la strada  da percorrere è lunga, soprattutto nei confronti delle famiglie e dei bambini, che una volta adulti rischiano di restare senza assistenza visto che non esiste una legge specifica. Si spera dunque che le forze politiche si impegnino per far fronte ad un problema sempre più grande ma con il quale si può convivere se si hanno i giusti strumenti e una corretta assistenza.

 

 

 

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