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Cronaca

CATO & VALE – DIARIO DI BORDO 4: L’IMMENSO KAZAKISTAN PERCORSO IN 10 GIORNI

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Dopo più di 10 giorni in questa enorme nazione recuperiamo le forze e troviamo il tempo per  un piccolo riepilogo città per città. Uralsk, situata a 70 km al confine con la Russia. Raggiungerla non è di certo semplice, 70 km off road con una velocità media di 30 all’ora. Già dalla prima tappa siamo venuti a contatto con la gentilezza del popolo kazako. La proprietaria dell’ostello Irina, ci ha accolto a braccia aperte e ci ha fatto un po’ da mamma.

Aqtobe, primo giorno di pioggia dopo 10 di viaggio. Imbocchiamo la M32 e gli spostamenti si fanno molto più facili. Lungo la strada Vale riesce a immortalare anche delle aquile in volo. La città con il cielo grigio si presenta un mix tra il decadente e il nuovo. Dopo una serata passata a giocare a bowling siamo pronti a rimetterci in strada.

Aralsk. E’ stata la tappa più lunga, verso il sud ovest del paese. Nel mezzo, cerchiamo di visitare la base spaziale russa di Baikonur. Purtroppo il nostro visto russo è scaduto e ci è impossibile accedere alla città. Dopo altre 3 ore di viaggio e l’attraversamento del deserto arriviamo ad Aralsk, un tempo antica città di pescatori ormai abbandonata a sé stessa a causa del ritiro delle acque che la servivano.

Non ci sono strade, solo sterrati e tanti tanti bambini che giocano.

Qyzylorda invece è una città in continua evoluzione piena di parchi giochi e nuovi centri commerciali.

La sera al ristorante siamo notati da una famiglia kazaka che ci chiede di fare una foto. Dopo 10 minuti di risate e parole incomprensibili li lasciamo per passeggiare lungo la via principale. E’ sabato sera e ci sono un sacco di ragazzi in giro per strada che ascoltano musica ad alto volume. Qui il karaoke va per la maggiore.

Shymkent. Dopo 4 ore di strada arriviamo alla terza città kazaka per grandezza. Si contraddistingue da tutte le altre per la sua dinamicità. La città è piena di giovani, parchi e attrazioni per turisti.

Grazie a Nick e Esail, sua moglie, abbiamo la possibilità di visitare tutte le attrazioni turistiche più importanti e mangiamo cibo tipico kazako.

Tra Shymkent e Almaty ci sono ben 720 km e 11 ore di strada, stanno facendo molti lavori lungo la M39 per migliorare i collegamenti e quindi siamo obbligati a fare molte deviazioni. Il paesaggio è mozzafiato. La steppa è diventata finalmente verde e sulla nostra destra si innalza la mastodontica catena montuosa del Tian Shan, la quale divide Kazakhstan e Kirghizistan e termina in territorio cinese. 

Ci fermiamo a dormire in un tir park a 200 km da Almaty, dove passiamo la serata a cantare e suonare con Eral, il signore addetto alla brace.

Dopo un’alba abbastanza suggestiva arriviamo ad Almaty, ex capitale e città più popolosa della nazione.

Purtroppo è molto inquinata e non appena superato l’ingresso della città si può intravedere una coltre di smog. L’aria diventa decisamente irrespirabile ad ogni ora del giorno e noi sentiamo già la nostalgia di quei paesaggi incontaminati.

Cato & Vale

 

Potete seguire il viaggio sulla via della Seta di Cato e Vale e donare per Admo ed Emergency qui catoband.com.

Nelle foto: Cato e Vale in Kazakistan, i bambini del Kazakistan

 

Ascolta “Tranquillo”, la nuova canzone On the Silk Road

https://www.youtube.com/watch?v=VHRQegFXLwU

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