IO, ALPINO
NASCE LA PRIMA SQUADRA DI SOCCORSO IN MONTAGNA DEL KOSOV, UN PROGETTO IDEATO E SVILUPPATO DAI MILITARI ITALIANI
Si è tenuta questa mattina presso le pareti rocciose della valle Rugova, poco distante dalla cittadina di Peč/Peja, l’esercitazione finale del “corso di soccorso in montagna”, organizzato dal CIMIC del contingente italiano in favore della popolazione locale per costituire la prima squadra di soccorso in montagna del Kosovo capace di intervenire autonomamente in caso di incidenti ed emergenze in montagna e/o in ambienti impervi, nonché a costituire un primo team di soccorritori capaci di formarne dei nuovi.
All’esercitazione finale hanno assistito il Comandante del Multinational Battle Group West, Col. Carlo Cavalli, e il sindaco di Peč/Peja Gazmend Muhaxheri, grande sostenitore dell’iniziativa sin dalla sua origine.
L’esistenza di questo gruppo di intervento, peraltro, supporterà lo sviluppo economico e turistico nell’area della Val Rugova, grazie a migliori standard di sicurezza e di soccorso a favore dei potenziali turisti praticanti le discipline sportive in montagna. Il progetto prevede come obiettivo futuro lo sviluppo dell’organizzazione logistica e delle comunicazioni operative della squadra nonché l’incremento delle capacità e potenzialità nell’ambito del “soccorso in montagna” e, grazie ai potenziali partners, il completamento degli equipaggiamenti in modo da poter operare in tutte le situazioni.
Il progetto si è sviluppato in tre differenti fasi ad iniziare dal mese di marzo: dapprima i 10 candidati hanno imparato le nozioni basiche di primo soccorso, le manovre di rianimazione cardio-polmonare anche mediante l’ausilio del defibrillatore automatico e il trasporto di un ferito per mezzo di differenti tipi di barelle, attività seguite dal team medico italiano di Camp Villaggio Italia. Quella successiva ha riguardato il soccorso in montagna in ambiente innevato durante la quale i frequentatori hanno appreso le nozioni basilari di topografia ed orientamento, le tecniche di ricerca e soccorso di personale travolto da valanga, imparando ad utilizzare sonde e pale da neve, il dispositivo ARTVA, e le modalità di sgombero del ferito su terreno innevato.
L’ultima fase, sicuramente quella tecnicamente più complessa ed impegnativa, ha visto impegnati i candidati nell’apprendimento, grazie a qualificati istruttori di alpinismo (alcuni dei quali Guide Alpine Militari e membri del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico), delle più recenti tecniche per l’organizzazione e condotta del soccorso in parete, cimentandosi nella “calata a grappolo di soccorritori”, nell’allestimento di una sosta di soccorso da cui è stata calata una barella con ferito, e infine nella tecnica di recupero del ferito mediante “palo pescante”.
Il progetto è risuscito a rendere operativa la squadra di soccorso in montagna grazie anche all’importante donazione di materiale tecnico da parte dell’Associazione Nazionale Alpini di Bergamo, rappresentata in questa giornata dal presidente Carlo Macalli, e di indumenti tecnici da parte del Soccorso Alpino di Bressanone (BZ) rappresentato dal 1° Maresciallo Rolando Rossignoli.
Nelle foto: sopra un momento dell’esercitazione sotto nel mezzo il presidente ANA Bergamo Carlo Macalli
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