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Cronaca

PREGHIERE, CORI, CANTI, LANCI DI UOVA E INSULTI: ROVETTA DIVISA TRA NOSTALGICI E ANTIFASCISTI

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– ROVETTA – Un paese diviso in due come la Nazione in cui viviamo: si è presentato così Rovetta questa domenica mattina. Da una parte, nel cimitero, i nostalgici a commemorare i 43 militi della Tagliamento morti nella strage del 1945; a poche centinaia di metri, nella piazza del paese, i partigiani e gli antifascisti a intitolare canti della Resistenza. In mezzo le forze dell’ordine a decine in tenuta antisommossa e in borghese a scongiurare scontri e a garantire la sicurezza.

Così, nella giornata in cui tutta la Nazione commemora l’entrata dell’Italia nella Grande Guerra – 24 maggio 1915 -, l’altra Guerra, quella che vide l’Italia perdere, divide ancora a distanza di 70 anni dalla resa dei conti come se nulla fosse cambiato.

 

LA STORIA

E proprio in quel frangente, dopo la resa nazifascista del 26 aprile 1945, due giorni dopo a Rovetta venne promossa l’esecuzione sommaria di 43 soldati dai 15 ai 22 anni della 1ª Divisione d’Assalto “M” appartenente alla Legione Tagliamento, inquadrata nell’ambito della Guardia Nazionale Repubblicana della Repubblica Sociale Italiana: un gruppo di partigiani composto da appartenenti alla 53ª brigata Garibaldi, alla Brigata Tredici Martiri, alla Brigata Camozzi e alle Fiamme Verdi, prelevarono i militi dalla scuola (dove erano stati ospitati in attesa di essere consegnati alle autorità del Regno del Sud o agli eserciti regolari degli Alleati) e li scortarono presso il cimitero del paese dove vennero fucilati.

I nomi di quei 43 ragazzi risuonano fuori dal cimitero di Rovetta, dove c’è un monumento a ricordo dell’eccidio, da 25 anni a questa parte in una commemorazione promossa dal “Comitato Onoranze Caduti di Rovetta”; ne segue la Messa celebrata all’interno del cimitero.

Da qualche anno l’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani) insieme ai gruppi antifascisti e ai Ribelli della Montagna, denunciano a gran voce il reato di apologia fascista che deriva dal saluto romano e dai canti riproposti dai presenti. 

 

TRA PREGHIERE, CORI, CANTI, LANCI DI UOVA E INSULTI

Questa mattina a Rovetta si sono vissuti momenti ti tensione, nonostante le due manifestazioni fossero a distanza, quando un’auto con a bordo due uomini ha raggiunto la zona di piazza Ferrari dove si trovavano i rappresentanti dell’ANPI, di Rifondazione Comunista, I Ribelli della Montagna e gli antifascisti.

Mentre il coro “Pane e guerra” eseguiva dei canti della Resistenza, al passaggio dell’auto è stato mostrato il libro “Gli esuli in patria” scritto da Fernando Caciolo, l’unico sopravvissuto all’eccidio ancora vivo e presente a Rovetta durante la commemorazione.

Il libro è stato preso e malmenato, sono volate alcune uova contro l’auto insieme a diversi insulti: “Siamo stanchi di queste provocazioni – spiegano i rappresentanti di Rifondazione Comunista che hanno raggiunto Rovetta in una decina da tutta la bergamasca -. Stanno demolendo la costituzione che nasce dall’antifascismo”.

“Il vero problema – concludono – è che la manifestazione è autorizzata dalle istituzioni che invece dovrebbero negare il ripetersi di questa farsa”.

 

Nelle foto: alcuni momenti della mattinata a Rovetta

 

 

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