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Cronaca

“L’ASSASSINO ERA ANCORA LÌ”, I TESTIMONI DELL’OMICIDIO DI ALBINO

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“Lui era ancora lì quando lei stava morendo”, sono queste  le parole dei testimoni che martedì sera hanno soccorso la giovane Sara mentre si accasciava al suolo prima di morire; “è stato lei ad indicarcelo – continuano – dicendoci che era lui l’assassino”. Una fine straziante quella della 19enne marocchina con una leggera disabilità alla mano che è stata aggredita con 24 coltellate dal marito e dall’amante 16enne.

Appena dopo la segnalazione i presunti assassini sono scappati lungo la pista ciclopedonale dove sono stati ritrovati ore dopo in due punti diversi dalle forze dell’ordine. Si tratta di Amine El Gehazzali, 25 anni, senza fissa dimora e irregolare in Italia e di una ragazzina di 16 anni originaria di Locarno incinta del ragazzo che si era separato da Sara.

Era proprio la separazione la questione scottante che i tre dovevano affrontare e che è finita in un bagno di sangue. Così come temeva la famiglia di Sara che parla di un ragazzo violento.

Da ieri pomeriggio i due accusati sono in carcere. Il primo, difeso dall’avvocato Davide Ceruti, è in via Gleno. L’altra, assistita da Andrea Pezzotta e Teresina Zucchetti, nel centro di prima accoglienza del Beccaria di Milano, in attesa dell’udienza di convalida. Dovranno rispondere di omicidio volontario in concorso.

 

Nelle foto: Sara e il luogo del delitto ad Albino

 

 

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