Politica
MARONI GUIDA LA PROTESTA LEGHISTA FUORI DALLA PREFETTURA DI BERGAMO
– BERGAMO – Amministratori, militanti e simpatizzanti della Lega si sono riuniti sabato mattina a Bergamo fuori dalla Prefettura attorno al presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni che ha ribadito il proprio “no” all’accoglienza dei migranti facendo però dietrofront riguardo alle ultime dichiarazioni: “Ho proposto i tagli ai comuni che accoglieranno gli immigrati ma è anticostituzionale, perciò premierò i comuni che hanno cittadini in difficoltà”.
Insieme a Maroni i leader bergamaschi del partito dal presidente del Senato Roberto Calderoli, al segretario provinciale Daniele Belotti che ha tuonato dal piccolo palco allestito in via Tasso “Basta con questi prefetti! Si scordino pure che nei comuni leghisti vengano ospitati gli immigrati”.
Maroni si è poi scagliato contro “la sinistra cialtrona che vive negli attici con l’aria condizionata e li vuole accogliere tutti”; a chi gli ha ricordato che anche lui da ministro dell’Interno mandava i profughi nordafricani nei comuni ha spiegato: “Lì c’era un’emergenza vera con 50.000 persone arrivate in 5 mesi, poi a luglio bloccammo le partenze. Ora invece sono 200 mila in poco tempo, l’Italia non può prendersi carico delle responsabilità dell’Europa”.
E ancora “Regione Lombardia ha il 13% di immigrati contro una media italiana all’8% non possiamo accoglierne altri. Ribadisco al governo un problema che non è in grado di risolvere: non cavalchiamo alcun sentimento razzista, l’Europa ci tratta a pesci in faccia e il governo lascia regioni e comuni a sé stessi”.
E in merito alla questione con i prefetti della Regione Maroni spiega: “Ho scritto loro per chiedere di essere avvisato sulle destinazioni dei profughi, visto che li vogliono mandare in scuole abbandonate e caserme dismesse. Invierò ogni volta delle ispezioni dell’Asl in quei luoghi, e se non ci saranno le condizioni di abitabilità li farò sgomberare”.
Contro il prefetto di Bergamo Francesca Ferrandino anche Daniele Belotti che l’ha accusata di lasciare soli i sindaci del territorio che non sanno come gestire l’accoglienza.
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