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PARRE, L’ACCOGLIENZA MIGRANTI DIVIDE IL PAESE E LE FORZE POLITICHE MA SI CERCA UN PUNTO D’UNIONE

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– PARRE – Toni quasi sempre pacati e costruttivi nell’assemblea a Parre indetta dall’amministrazione comunale in merito alla probabile accoglienza migranti: quello che è emerso però è un paese spaccato in due. Così come le forze politiche, così come l’Italia. Ma centrosinistra e centrodestra, nonostante le diverse opinioni, hanno gettato le basi per trovare un punto d’incontro per operare tutti coesi al motto di “l’unione fa la forza!”.

Da una parte il centrosinistra stretto attorno al sindaco Cominelli a dire “bisogna gestire la situazione con responsabilità”, dall’altra il centrodestra e la Lega Nord con la minoranza a ribadire “noi non li vogliamo!”.

Peccato che il problema non si possa ridurre così ai minimi termini. I passaggi che non dipendono dalle nostre piccole amministrazioni già martoriate dalla pressione fiscale e dal patto di stabilità passano prima dall’Europa con il Patto sulla migrazione e l’asilo, poi dal Governo che smista l’emergenza nelle Regioni, fino ai Prefetti che cercano i luoghi in cui collocare queste persone.

In sostanza, le amministrazioni non possono fare nulla e – non essendo direttamente coinvolte, visto che sono strutture private che partecipano ai bandi per l’accoglienza – non vengono informate.

Il sindaco di Parre Danilo Cominelli però, non si è arreso a ciò che è “convenzionale” e ha sottoposto le sue richieste e i suoi dubbi più volte al Prefetto Francesca Ferrandino, senza però ricevere risposte. Allo stato dei fatti la graduatoria pubblicata sul sito della Prefettura, comprendente 4 società che si sono aggiudicate la gestione dei migranti, è provvisoria e si stanno facendo le ultime verifiche ed accertamenti sulle strutture.

Bisogna dunque attendere l’ufficialità per sapere se i migranti arriveranno nel centralissimo albergo Belvedere con gestione della Cooperativa Ruah di Bergamo.

 

GLI INTERVENTI DEI CITTADINI

Intanto i sentori che si respirano in paese sono molto diversi: c’è chi interviene all’assemblea nervosamente sostenendo che “se arrivassero queste persone il paese sarebbe rovinato“; c’è poi la preoccupazione delle mamme che si chiedono se i loro figli potranno ancora girare liberamente per strada; chi con sano realismo chiede cosa faranno queste persone una volta qui e chi ricorda che anche i nostri avi sono stati nella stessa situazione e che dovremmo accoglierli in maniera civile.

“Non sono alieni – sussurra qualcuno -“. Ma l’uomo nero fa paura, forse più di quando ce lo raccontavano nelle favole da piccoli. L’uomo nero fa paura perché sta arrivando a scardinare un ordine ben confezionato in paesi fatti di case, scuole e chiese dove tutti aiutano tutti nelle numerose associazioni di volontariato. Almeno così si dice e si crede.

C’è chi si interroga sul vero spirito solidale e cristiano, ma su una cosa sono tutti concordi: “La gestione sia a livello internazionale che nazionale – commenta il sindaco Cominelli – non è corretta soprattutto perché va a ricadere su amministrazione piccoli che si fanno in 4 per gestire al meglio il proprio paese. Io non sono d’accordo con l’arrivo di queste persone perché non c’è stato il giusto coinvolgimento per garantire una convivenza civile e, anche se non è di nostra competenza autorizzare l’accoglienza, era doverosa una tempestiva informazione. Se non avessimo in continuazione sollecitato gli organi competenti, ad oggi non sapremmo ancora nulla. Di più non possiamo fare ma rassicuriamo i cittadini che controlleremo che, se arrivassero, controlleremo che siano rispettati tutti i requisiti di sicurezza e igiene sanitaria e chiederemo alla Prefettura di aumentare il controllo del territorio a accollandosi i costi del servizio”.

 

GLI INTERVENTI POLITICI E LE PROPOSTE D’UNIONE

A Cominelli fa eco il suo predecessore e sfidante nel 2014, l’ex sindaco quota Lega Nord Francesco Ferrari: “Non siamo razzisti ma non vogliamo queste persone perché destabilizzerebbero l’ordine del paese. Gli extracomunitari non li vogliamo!”. E incalza il sindaco: “Andiamo insieme dal Prefetto a dire no”.

“Possiamo andare dal Prefetto – risponde il sindaco – ma rispettando la legge: fare opposizione è anticostituzionale e noi intendiamo operare fino in fondo entro i limiti di ciò che ci è consentito”.

Vicinanza all’amministrazione è stata espressa anche da parte dei tanti sindaci presenti (Cerete, Ardesio, Onore, Songavazzo, Clusone, Ranica, Casnigo) e dal Presidente di Comunità Montana Valle Seriana Alberto Bigoni che ha fatto una proposta: “Bisogna attivare una rete d’aiuti per i comuni interessati sia a livello sociale, di volontariato e di sicurezza. Già Lizzola è stata lasciata sola, non dobbiamo più commettere questo sbaglio”.

E infine il consigliere regionale del Pd Jacopo Scandella: “Il problema dei rifugiati va gestito con responsabilità affinché il passaggio di queste persone non sia vissuto come una minaccia. Se tutti i comuni fanno la loro parte l’impatto sarà attutito, si tratta di 700 persone distribuite in una provincia di più di un milione di abitanti. Purtroppo paghiamo la disomogeneità della distribuzione che ha sta interessando in maniera importante la nostra Valle”.

 

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Nelle foto: sopra il sindaco di Parre Danilo Cominelli, sotto la platea tra cui nelle prime file numerosi sindaci della Valle Seriana

 

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