Cronaca
CERETE, DIFFIDATA LA PROPRIETÀ MA I MIGRANTI VENGONO OSPITATI IN UNA STRUTTURA NON IDONEA
– CERETE – C’è disappunto a Cerete dove, in occasione dell’assemblea pubblica di sabato, molti cittadini e sindaci si sono riuniti per fare chiarezza sull’accoglienza migranti. Disappunto da parte dell’amministrazione che ha saputo un’ora prima dell’arrivo dei 35 migranti accolti venerdì, e malcontento da parte dei cittadini che lamentano la non idoneità della struttura.
L’assemblea si è svolta presso la tensostruttura del centro sportivo di Cerete Alto e ha visto il vicesindaco Fabio Dioli spiegare l’iter che ha portato allo stato dei fatti.
Come per Parre, anche l’amministrazione di Cerete, dopo l’incontro del 4 giugno scorso con il Prefetto, non aveva avuto informazioni ufficiali sul coinvolgimento nell’accoglienza migranti di strutture private del paese.
Da qui l’indignazione della prima cittadina Cinzia Locatelli che nel frattempo aveva diffidato la proprietà ad accogliere i migranti qualora non avesse presentato in Comune la documentazione di idoneità e i requisiti igenico – sanitari per poter dichiarare la struttura, chiusa da tempo, agibile.
Ma la Prefettura ha giustificato con il carattere di emergenza, l’accoglienza in una struttura che non ha i requisiti di idoneità: la ex Casa delle suore in frazione di Novezio nei pressi del santuario di Maria Bambina.
“Questa emergenza, anche se di emergenza non si tratta – commenta il sindaco Locatelli – , è indegnamente gestita dalle cariche più alte di me e sono convinta che questo atteggiamento non porti da nessun parte e che sia una mancanza di rispetto nei nostri confronti e nei confronti della povera gente che viene spostata come se fossero delle pedine. Ho saputo del loro arrivo alle 15 di venerdì con una telefonata del vice Prefetto Coretti che mi avvisava che i migranti erano sul pullman e che sarebbero arrivati di lì ad un’ora. Lunedì procederemo a fare una denuncia per l’inagibilità della struttura, non occupata da tempo, senza riscaldamento e senza i requisiti di idoneità: non voglio che le responsabilità ricadano sulla mia figura”.
All’assemblea è intervenuto anche il sindaco del comune confinate Songavazzo, Giuliano Covelli, che ha ribadito: “Siamo amministratori ma non amministriamo più nulla perché il Governo non ce lo permette; cercheremo comunque di collaborare tra sindaci per far sì che la situazione sia gestita nel migliore dei modi”.
Dalla cittadinanza l’appello all’amministrazione a verificare l’agibilità della struttura e a pretendere i provvedimenti conseguenti.
Presenti anche i sindaci di Parre, Casnigo, Songavazzo, Onore, Fino del Monte e il presidente della Comunità Montana Alberto Bigoni che ha rinnovato – come all’assemblea a Parre – l’inizio di una collaborazione tra i comuni a sostegno degli altri in tema sicurezza e occupazione delle persone accolte.
I migranti presenti sono tutti uomini tra i 20 e i 35 anni di nazionalità ghanese, nigeriana e pakistana e sono già in Italia da mesi in attesa che la commissione territoriale per il diritto d’asilo valuti il loro status di rifugiati. Fino a ieri si trovavano a Bergamo nella struttura in via Gleno che deve essere demolita per questo si è reso necessario lo spostamento a Cerete.
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