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Cronaca

L’ALTRA LIZZOLA CHE TOLLERA I MIGRANTI CONTRO L’ODIO ALIMENTATO DAL BUSINESS

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Aprire la mente non è controindicato dal medico anzi, può quantomeno permettere un confronto. Ma le voci fuori dal coro non sono ascoltate in un periodo in cui il populismo domina dai media ai social, fino ai pettegolezzi scambiati in cortile. A Lizzola c’è chi tollera la situazione migranti, coinvolgendo i richiedenti asilo in attività e facendoli integrare. “Il rischio – sussurra una signora da una finestra – è che tutta questa cattiva pubblicità ci faccia morire”. E per morire si intende morire del tutto.

La cattiva pubblicità a cui fa riferimento la signora, è tutto l’interesse mediatico che negli ultimi anni ha messo in ginocchio Lizzola: prima il fallimento degli impianti di risalita, legati a doppia mandata allo scandalo dei milioni spariti dalla Private Banking Intesa San Paolo di Fiorano al Serio diretta dall’ex sindaco di Valbondione Benvenuto Morandi (il processo è in corso). 

Poi, nell’estate (la 2014, ndr.) in cui si poteva tirare il fiato, quando si stava costituendo la nuova società per gli impianti di sci, ecco arrivare i migranti, profughi, immigrati… comunque vengano chiamati, sono “gli uomini neri” che hanno rovinato il paese – secondo alcuni. Quasi un centinaio, a Lizzola da un anno ad aspettare che la Commissione di Brescia valuti le loro domande.

Intanto “non fanno niente in tutto il giorno”, si picchiano, litigano, bloccano le strade e spaventano le bambine… più volte anche noi abbiamo documentato e denunciato queste situazioni al collasso.

Non sempre però è emerso che queste persone sono impegnate in lavori socialmente utili e che forse, tutti questi problemi non li hanno causati. “Nelle interviste – ci spiegano i rappresentati della Cooperativa Ruah, che gestisce l’accoglienza – i media nazionali e i giornali tagliano le nostre dichiarazioni in merito alle attività svolte e alle cose buone messe in campo da questi ragazzi”.

Tutti giovani provenienti da diversi nazionalità: certo, 100 su 150 residenti in un borgo che con uno sguardo d’occhio lo vedi tutto, danno un po’ fastidio.

“Fanno su e giù tutto il giorno – dice un’altra signora -, dalla chiesa al campetto di calcio. Le donne anziane hanno paura ad incontrarli in gruppo ma in verità non hanno fatto male a nessuno. Litigano tra di loro perché la convivenza così in tanti e per così tanto tempo è difficile“.

Le persone parlano, ma appena vedono la videocamera chiedono di non essere ripresi, perché non tutti si vogliono esporre o hanno il coraggio di andare contro la massa. “Siamo stanchi che Lizzola venga pubblicizzata così”, condividono quasi tutti.

E Lizzola è tutta lì, una manciata di case sotto le alte montagne, le perle delle Orobie, dove l’arietta il 15 luglio è tutto sommato freschina. Manca un mese a ferragosto e in giro non c’è quasi nessuno. Però il week end va meglio, grazie soprattutto al bel tempo e ai tanti escursionisti che raggiungono le zona. Per arrivarci bisogna risalire tutta la Valle Seriana e dopo Valbondione, su ancora qualche chilometro di curve per trovare quella che poteva essere la “Cortina bergamasca” e che invece ora ha i cartelli “vendesi” e “affittasi” sulle case e sui negozi.

La colpa della morte di Lizzola è dei migranti? O forse tutti gli scandali che l’hanno colpita hanno in parte contribuito?

La colpa è della crisi – commenta un uomo che abita proprio vicino alla casa che ospita alcuni di loro -. La gente non viene a Lizzola perché non ha i soldi. E se non vengono per la presenza di queste persone si sbagliano, non danno fastidio a nessuno. Sono solo delle vittime e noi dovremmo aiutarli”.

Vittime loro, di un sistema che genera molti soldi senza dare risposte certe in poco tempo; e questi soldi, che dalla Comunità europea vengono indirizzati a Cooperative e gestori non vanno proprio giù: un business che alimenta l’odio.

E poi vittime noi, che finiamo le nostre giornate ad insultarci come se si trattasse di una nuova crociata. Una crociata mediatica e politica, di chi vuole cavalcare l’onda e di chi rischia di affogare in quell’onda pur di dare un’informazione completa.

Intanto oltre a tutte le parole che si possono scrivere e dire, ci sono persone in cerca di un futuro migliore spaesate in mezzo alle montagne dell’alta Valle Seriana e c’è una località che sta soffrendo: ricordatevi che le montagne restano, anche l’aria fresca, il buon cibo, le cascate del Serio e una bellezza impagabile nel panorama. Almeno quelli, i migranti non li hanno rovinati.

 

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