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Cronaca

ALLARME DELL’ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ: COPERTURA VACCINALE SOTTO IL 95%, A BERGAMO -2,3%

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Anche a Bergamo, nonostante un efficiente Dipartimento di Prevenzione, la copertura vaccinale cala passando dal 98,9% (anno 2010, per i nati nel 2008; 11.820 vaccinati su 11.954 nati) al 96,6% (anno 2014, per i nati nel 2012; 10.393 vaccinati su 10.758 nati). La percentuale resta comunque sopra la soglia del 95%, fissata come obiettivo dal Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale.

Sulla questione è intervenuto oggi Orazio Amboni del dipartimento Welfare della CGIL di Bergamo che così si è espresso: “La flessione è più forte nel caso della prima dose di morbillo-parotite-rosolia mentre resta elevata, seppure in calo, la copertura per antipolio, difterite, pertosse, tetano e epatite B. In merito alla tendenza nazionale. L’Istituto Superiore di Sanità scrive: ‘Scendono al di sotto del 95% le vaccinazioni per poliomielite, tetano, difterite ed epatite B e la percentuale scende ulteriormente per le vaccinazioni contro il morbillo, la parotite e la rosolia che raggiunge una copertura dell’86%, diminuendo di oltre 4 punti percentuali’. Seppure con percentuali più contenute il calo di copertura tocca anche la Lombardia che scende sotto l’obiettivo del 95% per difterite, pertosse, epatite b, meningite (HIBb)”.

“Date le dimensioni del fenomeno – continua Amboni -, è evidente che il problema non sta tanto nell’organizzazione del servizio quanto in un diverso orientamento culturale di una parte della popolazione: nella nostra provincia tutti coloro che non sottopongono i figli alla vaccinazione vengono contattati uno per uno dal servizio di prevenzione dell’ASL, vengono ascoltate le loro ragioni e vengono offerte loro anche soluzioni alternative come la possibilità di selezionare quali vaccini si intendono accettare e quali rifiutare. Si tratta quindi di persone informate. Basta, però, passare qualche minuto in internet o nei social network per vedere di che informazioni si tratti. Informazioni allarmistiche su rischi e pericoli delle vaccinazioni, deformazioni e estremizzazioni delle culture ispirate alle medicine alternative e naturali, alla sfiducia nella medicina istituzionale troppo condizionata da interessi economici.

Il diffondersi di questi atteggiamenti viene incoraggiato da notizie come le gravi speculazioni che hanno gonfiato a dismisura i limitatissimi effetti dell’aviaria o come il ritiro dal commercio di alcuni tipi di vaccino. Ma si tratta di atteggiamenti sbagliati e pericolosi. Per ora, i non vaccinati possono contare sul cosiddetto ‘effetto gregge’ e sono comunque protetti, grazie alle vaccinazioni degli altri. Ma se diminuiscono ulteriormente le percentuali di adesione proprio mentre cresce la mobilità internazionale ed esistono ancora numerosi paesi dove la poliomielite, ad esempio, è endemica, è evidente che i rischi aumentano e di rischi gravi si tratta.

Gli sforzi per un’informazione corretta devono perciò aumentare: bisogna dire con chiarezza che i rischi delle vaccinazioni sono infinitamente inferiori ai rischi delle malattie che si possono contrarre per sé e diffondere sugli altri, che le vaccinazioni non sono pratiche affaristiche e speculative ma strumenti di salute per la collettività, che non sono alternative a stili di vita ispirati alle culture delle medicine complementari o naturali. Tutto questo già si fa, ma bisogna insistere”.

 

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