Cronaca
PENSIONI ANCHE A BERGAMO CGIL, CISL E UIL CONTRO LA LEGGE FORNERO: IL PRESIDIO MERCOLEDÌ
Approda anche a Bergamo la mobilitazione delle organizzazioni sindacali a favore di una riforma del sistema previdenziale: nei prossimi giorni si svolgerà in tutta la Lombardia una serie di presidi sindacali unitari per cambiare la Legge Fornero sulle pensioni. L’appuntamento a Bergamo è per mercoledì 14 ottobre alle 17 di fronte alla Prefettura, in via Tasso.
“Alla vigilia della presentazione del Disegno di legge sulla Stabilità – spiegano i segretari generali di CGIL, CISL e UIL di Bergamo, Luigi Bresciani, Ferdinando Piccinini E Amerigo Cortinovis, – chiediamo al Governo di trovare soluzioni adeguate ai problemi previdenziali prodotti e rimasti aperti a causa della scellerata Legge Fornero. Occorre, in particolare, affrontare il tema della riduzione dei limiti di età per il pensionamento e introdurre la flessibilità in uscita anche per garantire un turn over e permettere ai giovani l’ingresso nel mondo del lavoro e offrire loro una prospettiva previdenziale dignitosa – continuano i tre sindacalisti -. Va pensato un intervento per favorire ‘scivoli’ pensionistici ai tanti lavoratori, ultra55enni senza lavoro, considerati troppo anziani per il mercato del lavoro ma ancora giovani per l’ottenimento della pensione. Ancora una volta, poi, chiediamo di sciogliere il nodo, rimasto irrisolto, degli esodati”.
I presidi regionali cominceranno domani, 13 ottobre, con l’iniziativa a Milano, per la quale è stato già richiesto un incontro con il Prefetto. Martedì si terrà anche un presidio a Varese. Mercoledì 14 ottobre, oltre a Bergamo, si svolgeranno iniziative a Cremona, Mantova, Pavia, in Vallecamonica, a Brescia e a Monza per tutta la Brianza. Per giovedì sono stati organizzati presidi a Como e Lecco, mentre venerdì toccherà a Sondrio. Infine martedì 20 si svolgeranno presidi a Lodi, Desio e Vimercate.
Tutte le richieste sindacali per una gradualità, una flessibilità e una solidarietà del sistema:
•NO a ipotesi di ricalcolo contributivo alle pensioni in essere.
•SÌ al diritto alla pensione anticipata con 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età del lavoratore e senza penalizzazioni: così si tutelano meglio i lavoratori precoci.
•SÌ alla possibilità del lavoratore di decidere l’età di accesso alla pensione: va ripristinata la flessibilità dai 62 ai 70 anni di età con almeno 35 anni di contributi e un importo di pensione pari a 1,5 volte l’assegno sociale, senza ulteriori penalizzazioni per i lavoratori rispetto al calcolo contributivo che dal 2012 si applica a tutti.
•SÌ al riconoscimento del principio che i lavori non sono tutti uguali mediante una diversa valorizzazione dei periodi, soprattutto di lavoro usurante.
•SÌ alla “quota 100” senza penalizzazioni sul calcolo della pensione.
•SÌ allo sviluppo della previdenza complementare.
•SÌ a reintrodurre per le donne la gradualità nell’aumento dell’età pensionabile per la pensione di vecchiaia sia per le lavoratrici del settore privato sia per le lavoratrici del settore pubblico.
•SÌ al riconoscimento del lavoro di cura familiare.
•SÌ all’abrogazione della norma che impedisce la cumulabilità dei periodi di laurea e di congedo parentale non coperti da contribuzione per le donne.
•SÌ alla proroga dell'”opzione donna”.
•SÌ alla Settima Salvaguardia, per i lavoratori “esodati”, che includa anche lavoratori finora esclusi dai precedenti provvedimenti e che risolva la questione in modo definitivo, incluso il problema della quota 96 per i lavoratori della scuola.
•SÌ all’abrogazione del sistema di ricongiunzioni onerose introdotto dalla L. 122/2010.
•SÌ a un meccanismo di perequazione delle pensioni in pagamento che sia conforme al dettato della Costituzione e che salvaguardi realmente il potere di acquisto del reddito dei pensionati, attraverso l’estensione del meccanismo di perequazione automatica alle pensioni di importo almeno fino a 7 volte il trattamento minimo.
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