Cronaca
STOP ALLA BUCHE IN VAL SERIANA GRAZIE ALLA NUOVA SIGILLATRICE
– ROVETTA – L’impresa Legrenzi di Clusone ha avviato questo mercoledì mattina 18 novembre lungo Strada Provinciale ex Strada Statale 671 in territorio di Rovetta i lavori di prevenzione e manutenzione del reticolo stradale come previsto dal piano di intervento dalla Provincia di Bergamo. Per ottemperare ai danni causati dalle intemperie e dall’assestamento del manto stradale è stata impiegata una sigillatrice, la prima in Italia, progettata e costruita dalla ditta Massenza con sede a Fidenza.
La macchina, acquistata di recente dall’Impresa Legrenzi, è in grado di pulire, scaldare e sigillare allo stesso tempo le fessure che si vengono a creare sullo strato superficiale dell’asfalto. La fessura viene pulita tramite un getto d’aria per garantire la totale assenza di polvere e ghiaia, viene poi scaldata ed infine sigillata dal mastice bituminoso, prima solido e poi liquido colato alla temperatura di 180°C.
“Questa macchina garantisce un allungamento della vita media dell’asfalto di oltre il 40% prevenendone il degrado – questo quanto affermato da Davide Catania, Geometra Impresa Legrenzi -. Per la nostra azienda da anni operante nel settore delle costruzioni per lo più stradali, è un acquisto importante che ci consente di stare al passo coi tempi fornendo un servizio sia agli enti pubblici che privati unico in Italia”.
La sigillatura delle crepe stradali rappresenta il sistema adeguato per mantenere la pavimentazione in buono stato di servizio e prolungarne la vita utile. Infatti, le rotture superficiali fanno si che l’acqua penetri negli strati più profondi della strada causando ulteriori danni quali rotture più estese, buche ed un deterioramento generale della pavimentazione, con conseguente spreco di ingenti risorse economiche in gravosi lavori di riparazione.
“Oggi è la prima volta che viene utilizzata in territorio italiano la sigillatrice SEALMASS M5 – prosegue Catania -, è un primo test per verificarne il funzionamento e l’affidabilità. Già da alcuni anni abbiamo operato con un macchinario molto più piccolo, con oggi possiamo affermare che la prova è stata ampiamente superata”.
Nelle foto: sopra la fase di sigillatura sotto l’asfalto ripristinato
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