Cultura
LA ROVINA DEL GOGLIO DEL 1666 RACCONTATA IN UN LIBRO
Sabato 28 novembre 2015 alle ore 11 nella prestigiosa cornice della chiesa quattrocentesca di San Michele in Colarete, Comune di Valgoglio e Parrocchia di Gromo, verrà presentato un pregevole volumetto, dal titolo “La rovina del Goglio del 1° novembre 1666”, opera che ricostruisce un devastante evento calamitoso che colpì le 2 comunità .
Questa pubblicazione, voluta dai Comuni di Valgoglio e di Gromo, è il frutto di un ampio lavoro di ricerca e costituisce un importantissimo tassello nella ricostruzione del passato di questi territori. È stata realizzata da Gabriele Medolago con la collaborazione di Lucio Avanzini, Valerio Boccardi, Anna Burini, Rosa Maria Gaiti, Rosa Maria Orsini, Ornella Pasini, Narcisa Zamboni, Mosè Zenoni e contributi di Adriano Gaspani, Sergio Ghilardi e Daniele Moro
Nel libro si viene a conoscenza di quanto accaduto verso mezzogiorno di lunedì 1° novembre 1666 quando una tromba d’aria colpì la zona sopra Novazza verso la Cima Bani facendo volare grandi massi, uccidendo uomini ed animali e distruggendo case. Anche a seguito delle grandissime piogge che avevano colpito la zona, oltre che vaste zone della Lombardia, subito dopo si staccò una frana che interessò un’ampia porzione della montagna, distrusse numerosi edifici e rovinò terreni, scese lungo la Val Regone ed andò ad ostruire il torrente Goglio, che era in piena. Poco dopo l’acqua travolse lo sbarramento.
Terra ed acqua distrussero tutta la contrada del Goglio. Il materiale giunse dall’altro lato del Serio, danneggiando un prato ed ostruendo il fiume. La popolazione terrorizzata corse nelle chiese e si raccomandò a Dio. Due comete viste l’anno precedente furono interpretate come cattivi presagi dell’evento. Rimasero uccise oltre 60 persone ed i sopravvissuti rimasero senza casa. Cadaveri furono ripescati fino a Seriate e Grassobbio e non tutti vennero ritrovati. Furono distrutte la chiesa di San Rocco ed una cappella dedicata alla Santa Croce, 17 case, 4 fienili o stalle, 5 fucine, 9 mole e 2 sguradori per pulire le spade, un torchio da olio, quasi tutti gli opifici dal Serio sino sotto Novazza nel luogo detto la Masserola, due ponti (uno sul Goglio, uno sulla seriola che alimentava gli opifici), la strada per andare in Cornalta nella zona della Cusdura. Furono devastati anche numerosi terreni. Per questo il Senato veneto concesse a più riprese ai due Comuni esenzioni fiscali che durarono per oltre un secolo e nel 1733 il Comune di Gromo, il più colpito, decise di risarcire i danneggiati.
Le conseguenze dell’evento furono di lunga durata: un importante calo demografico (circa un 30%), una forte modificazione del territorio, una fortissima diminuzione del numero degli opifici, dei circa 30 esistenti prima della rovina, ad esempio, nel 1735 ne erano stati ricostruiti solamente 8. La produzione di spade ed armi, vivacissima nella zona, si ridusse sensibilmente anche se non cessò del tutto per ancora circa un secolo. A lungo si trovarono e si trovano resti degli edifici sepolti. Per molto tempo furono recitate preghiere per i sepolti nelle rovine e l’evento è ancora vivo nella memoria degli abitanti.
I Comuni di Valgoglio e di Gromo nel corso della storia sono sempre stati molto uniti, a lungo hanno costituito una sola Comunità e sono spesso stati accomunati sia negli eventi positivi, come i privilegi del 1267, sia in quelli tristi e tragici, come la rovina del Goglio del 1666. Questo evento è stato senza dubbio un fatto fondamentale nella storia di queste due comunità, ha segnato la storia di questi luoghi ed ha lasciato segni indelebili sia nel tessuto economico, sia nel territorio, sia nella memoria collettiva della popolazione.
La ricerca che ha prodotto questo volume è stata promossa in una proficua collaborazione fra i due Comuni accomunati a suo tempo da questa sventura, partita presso Novazza e conclusasi in territorio di Gromo. Il lavoro ha consentito di riscoprire quanto avvenuto nei più precisi dettagli, facendo si che un evento genericamente noto a tutti sia ora un fatto storico ben conosciuto e documentato.
Tutti i diritti riservati ©
Continua a leggere le notizie di Valseriana News e segui la nostra pagina Facebook