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Cultura

Sgarbi ad Alzano: una riflessione sull’attualità che non risparmia nessuno

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sgarbi-vittorio-alzano-lombardoSerata da tutto esaurito quella di lunedì 30 novembre ad Alzano Lombardo dove Vittorio Sgarbi ha richiamato più di 500 persone. L’occasione è stata quella della presentazione del suo libro “Dal cielo alla terra” anche se il critico ne ha avute per tutti: dall’Isis, agli artisti contemporanei, fino alla difesa delle tradizioni italiane in riferimento alla polemica sul Natale nelle scuole.

La serata è stata organizzata dalla Fondazione Mazzoleni nell’Auditorium di piazza Caduti di Nassiriya.

“Nel nostro periodo storico si celebra la decadenza dell’illogico – ha esordito Sagrbi che si è definito uno degli ultimi “oratori” rimasti in Italia -. Non si costruiscono più chiese con le volte, né teatri con i palchi laterali. Le nostre costruzioni sono diventate scatole che contengono persone vuote che rinnegano le proprie origini. Io sono laico ma la cultura italiana è impregnata di segni religiosi per cui non ce ne dobbiamo vergognare. Quei professori e presidi che vogliono negare il Natale e i crocefissi, sono solo degli ignoranti che non conoscono le proprie radici. Io sono orgoglioso di essere italiano, la nostra arte è la più immensa al mondo”.

Sgarbi fa poi riferimento alla situazione attuale e al Governo italiano: “L’arte del nostro secolo è cambiata completamente dopo l’episodio delle Torri Gemelle: quella stessa scena ripetuta all’infinito è un’opera d’arte. Ora noi viviamo sotto assedio, vedasi Parigi. E l’Isis ci sta facendo vedere orrori che neanche il nazismo poteva farci immaginare. Ma l’Italia forse si salverà perché i mussulmani ci vedono come dei buffoni e ci ridono in faccia: basta pensare a Berlusconi e al caso Ruby o a Renzi che sembra uscito da un film di Pieraccioni”.

Ma in Italia c’è l’arte, almeno quella, a ridarci un’identità forte. Per questo nel suo volume propone il periodo da Michelangelo a Caravaggio analizzando come una prospettiva idealista sia diventata nettamente realista. Fino a perdere il significato di Dio nel 1900 e a decretare il netto passaggio dal cielo alla terra. “Nell’arte moderna e contemporanea poi si è completamente persa la dimensione mistica e religiosa che ha caratterizzato i periodi precedenti. Dio si è allontanato e ora dobbiamo vedercela da soli”.

A fine serata un fiume di gente ha colto l’occasione per autografi, foto e selfies.

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