Seguici su

Cultura

MORONI A BERGAMO, I RESTAURI DELLA FONDAZIONE CREBERG AL BERNAREGGI

Pubblicato

il

Dal 4 dicembre 2015 al 28 febbraio 2016 Bergamo ospita un coinvolgente percorso espositivo dedicato a Giovan Battista Moroni, in occasione del ritorno de Il Sarto, capolavoro proveniente dalla National Gallery di Londra ed esposto all’Accademia Carrara insieme alle opere più note della collezione.

Dalla mostra all’Accademia Carrara, sostenuta dalla Fondazione Credito Bergamasco, il percorso moroniano prosegue al Museo Adriano Bernareggi, dove sono esposti i dipinti sacri recentemente restaurati a cura e a spese della Fondazione Creberg, molti dei quali direttamente a Palazzo Creberg.

In occasione della mostra, sarà possibile ammirare anche i capolavori custoditi a Palazzo Moroni, uno degli edifici storici più affascinanti di Bergamo, tra cui l’elegante Cavaliere in rosa esposto nel 2013 presso il Palazzo Storico del Credito Bergamasco.

Giovan Battista Moroni nasce ad Albino, in provincia di Bergamo, tra il 1520 e 1524. Pochi anni dopo la sua famiglia si trasferisce nel bresciano, dove il padre Francesco, architetto, può seguire i lavori di Palazzo Lodron di Bondeno. Attorno al 1532 Giovan Battista inizia la sua formazione presso Alessandro Bonvicino, detto il Moretto. L’apprendistato si conclude intorno al 1543; la collaborazione continua fino al 1549. Nel 1545 si apre il Concilio di Trento. Alla corte del principe vescovo, nonché cardinale, Cristoforo Madruzzo, il giovane Moroni inizia a dare prova di sé, firmando le sue prime opere autonome. Nel 1552 approda a Bergamo, diventando in breve tempo il pittore di spicco della città. La sua attività è fiorente, soprattutto come ritrattista dell’aristocrazia e della nobiltà bergamasca. Degli anni Cinquanta è un dipinto come il Cavaliere in rosa, che ritrae Gian Gerolamo Grumelli, esponente di una delle principali famiglie cittadine. Nel decennio successivo l’artista torna a vivere nella natia Albino, dove resterà fino alla morte, avvenuta nel 1579. I soggetti dei suoi ritratti divengono i membri della piccola nobiltà locale, del ceto delle professioni, del clero, ai quali si accosta senza timori, in immagini di grande naturalezza. Anche i santi nelle tante pale d’altare che dipinge in questi anni, hanno i volti della gente comune. Di questo momento sono due capolavori come il Sarto e il Ritratto di Gian Gerolamo Albani: ritratti dove lo sfondo è costituito da un sobrio tono grigio e l’attenzione è concentrata sull’aspetto fisico e psicologico dei personaggi.

Per maggiori informazioni sulle mostra: www.iosonoilsarto.it.

 

Tutti i diritti riservati ©

Continua a leggere le notizie di Valseriana News e segui la nostra pagina Facebook

Clicca per commentare

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *