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Economia & Lavoro

SUPERMERCATI IN SCIOPERO: SABATO COINVOLTI 5000 BERGAMASCHI

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I dipendenti della grande distribuzione, di supermercati e ipermercati di tutto il paese di aziende aderenti a Federdistribuzione, Confesercenti e Distribuzione Cooperativa – circa 300mila in tutto il paese, 5mila a Bergamo e in provincia – tornano a mobilitarsi, con un nuovo sciopero  per sabato 19 dicembre, in pieno periodo di acquisti natalizi.

Lo sciopero è stato proclamato proclamato da FILCAMS-CGIL, FISASCAT-CISL e UILTUCS-UIL, dopo il precedente stop delle attività il 7 novembre scorso.

Da ormai due anni si protrae, infatti, il negoziato per la definizione di un contratto collettivo nazionale di lavoro per catene come Auchan, Iper, Coin, Esselunga, Bennet, Leroy Merlin, le aziende commerciali del Gruppo Percassi. Oltre alla grande distribuzione sono coinvolti anche gli ipermercati e supermercati COOP aderente alla distribuzione cooperativa e CONAD e di tutti i negozi aderenti alla Confesercenti.

Per i lavoratori di queste aziende, oltre all’astensione dal lavoro, sabato sarà anche il giorno della manifestazione nazionale organizzata a Milano: i sindacati mettono a disposizione di chi voglia partecipare un servizio di bus per raggiungere il capoluogo lombardo da Bergamo. Il corteo partirà alle 10.30 da Corso Venezia, angolo via Palestro, e si snoderà fino in Piazza San Babila, Corso Matteotti, Piazza Meda, via Case Rotte, con arrivo in Piazza Scala dove interverranno Susanna Camusso, Gigi Petteni e Carmelo Barbagallo.

“Abbiamo calcolato che esiste una differenza di salario per il mancato rinnovo di circa 1.000 euro all’anno tra questi lavoratori e quelli di aziende associate all’altra controparte, Confcommercio, con cui un Contratto nazionale è stato invece rinnovato” avevano spiegato in occasione del primo sciopero Mario Colleoni di FILCAMS-CGIL, Alberto Citerio di FISASCAT-CISL e Maurizio Regazzoni di UILTUCS-UIL di Bergamo. “Qui si tratta di una vera e propria messa in discussione della contrattazione: oltre alla perdita di salario c’è il tentativo di procedere con regole proprie chiedendo flessibilità infinita ai lavoratori. L’obiettivo delle tre controparti è solo quello di ridurre drasticamente il costo del lavoro. Siamo disponibili a trattare, ma procedere così proprio non va: ecco perché abbiamo proclamato lo sciopero. Siamo più che mia convinti che una discussione seria debba partire dall’analisi di un nuovo modello che permetta di conquistare nuove quote di mercato e che non si basi solo sulle politiche di riduzione del costo del lavoro ma che metta al centro investimenti seri e mirati”.

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