Politica
LE MINACCE DELLA GIUNTA E LE RIVENDICAZIONI: LE PAROLE DELLA DIMISSIONARIA NOWAK
– ALZANO LOMBARDO – Annalisa Nowak ha lasciato il suo mandato da sindaco di Alzano Lombardo dopo la rottura con il gruppo della maggioranza Gente in Comune a impronta Pd, convocando la stampa sabato 16 gennaio per spiegare quanto successo negli ultimi mesi. La Nowak ha spiegato come si sia sentita usata e perché ha lasciato il suo incarico.
“Oggi mi incontro con voi con sincero rammarico, ma anche con la consapevolezza di aver fatto tutto il possibile. Sono triste, ma ancor più indignata per l’incoscienza con cui i Consiglieri mi costringono a chiudere il mandato: hanno ricevuto da me garanzie rispetto al processo di rilancio ed al cambiamento richiesto, ma non hanno voluto rinunciare a prese di posizione espresse pubblicamente in modo inopportuno, sulla stampa ed anche sui social network, che hanno poi loro impedito di fare il ragionevole passo indietro”.
Perché si chiude allora questa esperienza amministrativa?
“Molti me lo chiedono, e cerco di rispondere ad uno ad uno. Ma è necessario che io oggi dia una risposta esaustiva a tutti i cittadini. Per questo ringrazio la stampa, nel suo ruolo a servizio dei lettori, chiedendo che le mie parole siano ascoltate in modo accurato e riportate con la dovuta articolazione, perché i fatti complessi siano compresi.
Gente in Comune, con il supporto del PD (6 Consiglieri su 9 sono del PD), mi ha candidata Sindaco nella certezza che avrei portato i voti per vincere.
È stato Marco Lameri, l’unico che conosco bene da anni, a contattarmi ed a convincermi. La condizione che gli ho chiesto per accettare è stato il suo impegno a stare al mio fianco con la sua competenza della macchina amministrativa, per consentirmi di muovermi con consapevolezza in questa esperienza.
Ho accettato. Ho preteso ed ottenuto di avere intorno a me Assessori seri e competenti, fuori da ogni logica di appartenenza e potere. Ho dichiarato fin dall’inizio che ad alcuni di loro non avrei mai rinunciato. L’ho dichiarato ai cittadini in campagna elettorale, presentando la squadra prima ancora del voto.
L’inizio è stato difficile; abbiamo ereditato situazioni disastrose in molti campi. Abbiamo lavorato. In questo lavoro ho imparato ad essere il Sindaco, ho rafforzato la mia figura. Ma qualcuno forse credeva che non avrei acquisito, in breve tempo, autonomia! Qualcuno pensava dovessi stare a fare saluti di rappresentanza.
Tanto perché sia chiaro quel che dico: a fine estate 2014, l’ex vice sindaco Bonzi scrive una mail rivolta alla giunta in cui chiede che si decida “chi tiene il pallino … chi decide l’agenda!” A me sembrava spettasse al Sindaco e non ci fosse bisogno di domande!
Ad agosto 2015 mi scrive un sms, che sa di minaccia, in cui mi ricorda che qualcuno mi ha messo in questo posto e quel qualcuno mi può anche togliere.
Mi sono ovviamente liberata di Bonzi. Certo la giunta restava senza un rappresentante PD. Poteva esser un problema, per questo ho chiesto l’ingresso in giunta di Matteo Marchi (allora segretario del PD di Alzano) che però ha rifiutato. Non si trattava di dare una carica, ma di chiamare ad una corresponsabilità. A questo è stato detto no!
Quando ho preteso che mi venisse riconosciuto il ruolo che i cittadini avevano assegnato a me è dunque iniziato lo scontro di potere, la campagna per indebolire la mia figura e quella degli Assessori che con il loro lavoro rendevano forte la mia figura e l’immagine della giunta.
Le motivazioni della crisi sono queste. Tutto il resto che viene raccontato, scritto e fatto credere è mistificazione”.
Perché l’oggetto della battaglia contro il Sindaco si è concentrata sui lavori pubblici?
“Perché i Lavori Pubblici sono assegnati a Lameri che era l’unico di noi ad avere già l’esperienza e la conoscenza delle procedure su cui ci siamo appoggiati all’inizio della nostra esperienza, per realizzare i nostri obiettivi.
Perché, come nelle vecchie logiche di potere, si ritiene che i Lavori Pubblici siano bacino di voti; specialmente quando si capisce che si stanno concretizzando le possibilità di realizzare una scuola.
Perché Lameri era il mio riferimento e lo è diventato per i funzionari. In una parola: la sua presenza e la sua lealtà erano la garanzia della mia forza”.
Dunque i lavori pubblici non sono l’oggetto reale della crisi.
“Lo sanno gli esponenti del PD che abbiamo contattato già da mesi e mesi per chiedere di prendere provvedimenti e che purtroppo si sono attivati solo quando la situazione era ormai irreparabile.
Lo sa l’Associazione. Da più di un anno l’Associazione non convoca assemblee per discutere del lavoro politico con la gente. Rimproverano me e gli assessori, che abbiamo sempre avuto l’agenda fitta di appuntamenti con cittadini, associazioni, comitati di quartiere, commissioni ,imprenditori, commercianti, tavoli sovracomunali… di non ascoltare. Quando i consiglieri sono usciti dal Consiglio Comunale, molti cittadini mi hanno detto di aver scritto in mio sostegno all’associazione, senza ricevere uno straccio di risposta. Tempestivamente l’assemblea è stata convocata proprio oggi e fissata per il giorno 26! Sfiorando il ridicolo!
Le vere motivazioni della crisi, che hanno a che fare con la volontà del Sindaco di indirizzare l’azione di governo in un processo partecipato, ma senza rinunciare al ruolo decisionale che le compete, le conosce anche il portavoce dell’Associazione Cesare Carminati.
Ben prima delle mie dimissioni lui incontrava i Consiglieri in modo riservato per discutere come subentrare ai lavori pubblici al posto di Marco Lameri. Naturalmente questo avveniva a mia insaputa. Quando anche ho saputo, ho ritenuto di non fare della mia indignazione il metro di giudizio, ed ho chiamato Carminati a rappresentare le istanze dei consiglieri in giunta nella consapevolezza che era giusto considerarle anche se perseguite in modo poco corretto, nella speranza di saper ricondurre poi il processo ad una collaborazione nel merito degli obiettivi comuni.
Non è bastato. Sono stata, insieme agli Assessori che mi sono stati vicini, oggetto di attacchi personali volgari e inaccettabili.
Ho formulato proposte ritenute serie anche da personalità di rilievo del PD (e non mi riferisco ai mediatori che sono stati designati dall’Associazione) che hanno lavorato per una convergenza sulla mia proposta. I Consiglieri non mi hanno degnato di una risposta: sono stata costretta a leggere i loro richiami dalle colonne di un giornale. Credo sia un dovere rispondere:
Non si manda a casa la Giunta perché non c’è ancora una scuola che tutti vogliamo e che è obiettivo del quinquennio. Accordi per l’area erano già avviati e sono stati bloccati dall’uscita dei Consiglieri dal Consiglio (i privati necessitano di un’Amministrazione stabile per chiudere accordi)
Non si manda a casa una giunta perché non ha ancora spostato un mercato, che avevamo tutta l’intenzione di spostare. È un progetto su cui mi ero impegnata personalmente durante la campagna elettorale ed era delegato all’ex vicesindaco, che ora dai banchi del Consiglio solleva questioni su ciò che lui non ha fatto! Ho assunto le deleghe, dopo la revoca del mandato a Manuel Bonzi, e non ho trovato nulla di quello che avrebbe dovuto predisporre: un progetto condiviso con gli operatore contenente obiettivi, tempi, soggetti, assegnazione delle aree merceologiche; un protocollo d’intesa; un cronoprogramma… niente! Solo una tavola con l’ipotesi di disposizione.
Non posso accettare polemiche sul mercato fatte oggi dal gruppo dei Consiglieri che accolgono tra loro il responsabile del fatto che non ci sia alcuna scelta operativa definita.Non posso neanche pensare che si vada a casa per 3 parcheggi! Sarebbero allo sfascio tutte le amministrazioni d’Italia.
Abbiamo già dato l’incarico per un serio piano della mobilità sostenibile. Lo studio per la piazza è già previsto e i Consiglieri sanno benissimo che nel ragionevole tempo di 5/6 mesi si potevano definire, con la partecipazione dei Comitati, interventi ragionati collegandoli a stanziamenti adeguati
Quanto alla mia preoccupazione per i lavoratori Pigna: i Consiglieri non penseranno che io sia così sprovveduta da non avere contatti assidui con la, proprietà, il consiglio di amministrazione ed i sindacati!
Stavamo lavorando in modo congiunto per l’attivazione del tavolo, aspettando il momento opportuno per non vanificare i processi di dialogo in atto.
Chiunque abbia idea di cosa sia governare la città, chiunque abbia un po’ di buonsenso, capisce che si tratta solo di polemiche pretestuose. Ho una responsabilità nei confronti di chi mi ha votato: governare! Ma non ad ogni costo, non fuori dalla verità, non senza onestà, non sotto tutela. È questa responsabilità stessa che oggi mi impone di dire basta”.
“Mi richiamano anche sul metodo e sul confronto. È giusto che risponda anche a questo. Da molto prima dell’estate abbiamo svolto tutti i lavori di giunta completamente aperti ai Consiglieri ed all’Associazione. Più coinvolti di così… mi risulta difficile immaginarlo!
Da ottobre nessun consiglieri che oggi protestano è più venuto al lavoro. C’è stato il totale rifiuto al dialogo diretto con me, anche se convocati individualmente: si sono espressi solo tramite portavoce!
Durante il lavoro di dicembre alcuni tavoli sono stati disertati da tutti i consiglieri senza neanche la cortesia di un preavviso; si sono rifiutati di convocare commissioni su problemi urgenti fermando il processo decisionale senza preoccuparsi del danno che ne può derivare per la città e per i privati coinvolti.
Sono mesi che girano per uffici solo per cercare documenti da impugnare per mettere alle strette la giunta, rallentando il lavoro degli assessori e degli uffici quanto un gruppo di minoranza; mesi che non rispondono. Non mi hanno risposto direttamente neanche in una circostanza grave come questa: non dico un documento, neanche una mail!
Non ho difeso le persone: ho difeso il lavoro che insieme stavamo facendo per la città. Una città che in questo anno è diventata più viva, attrattiva, al centro di progetti non solo locali, determinante in ambito territoriale, ricca di proposte culturali, più attenta ai bisogni delle famiglie, degli anziani, dei giovani.
Abbiamo messo basi solide per gli obiettivi più importanti di programma. Se gli uffici avranno possibilità di proseguire il lavoro iniziato con me, alcuni frutti del nostro governo si faranno vedere nonostante le mie dimissioni”.
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