Cronaca
SOCCORSO ALPINO BERGAMASCO: INTERVENTI RADDOPPIATI IN 7 ANNI, “ATTENZIONE A NON SOTTOVALUTARE I RISCHI”
La VI Delegazione orobica del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico ha presentato i dati delle attività di soccorso compiute durante il 2015 dai tecnici delle Stazioni che hanno sedi nelle Valli bergamasche. In sette anni sono più che raddoppiate; il 40% degli interventi si sono svolti in Val Seriana.
Presenti in conferenza stampa a Bergamo nel pomeriggio del 27 gennaio, il Delegato responsabile di zona Elia Ranza, i vice Delegati Gianni Gamba e Sergio Maffioletti, insieme con i capistazione
Quello appena concluso, rispetto ai precedenti, è stato un anno impegnativo per il numero e la tipologia degli interventi: dai 124 nel 2008 si è arrivati fino ai 280 del 2015.
La tipologia d’intervento vede prevalere gli interventi di soccorso in ambito ostile e impervio alpino (89%); la ricerca di persone disperse è limitata al 10% ed è un ambito che tuttavia impegna sempre di più, sia per il numero di operazioni correlate, sia per la complessità che presenta. Negli ultimi anni il Cnsas ha infatti potenziato, attraverso le proprie Scuole nazionali, la formazione di figure specializzate nella gestione di tutti gli elementi da coordinare e valutare durante una ricerca.
Circa il 40% degli interventi si sono svolti in Val Seriana dove sono state impegnate le Stazioni di Valbondione (48 interventi), Clusone (26 interventi) e Media Valle (30 interventi); 31 gli interventi in Val di Scalve con la stazione di Schilpario; 102 in Val Brembana a cui vanno aggiunti i 15 di Oltre il Colle e 28 in Valle Imagna.
Se si valuta la gravità dell’emergenza, nel 38% dei casi le persone soccorse sono illese, il 41% presenta ferite non gravi, il 14% ferite gravi; le persone decedute sono state il 6%, 1% quelle disperse. L’elisoccorso resta il mezzo principale per giungere in tempi brevi sul luogo dell’operazione: sono 167 gli interventi eseguiti con tale mezzo, che ha sempre a bordo un tecnico di elisoccorso del Cnsas, operante insieme con l’équipe medica.
Le cause sono dovute principalmente a caduta (107), malore (57), scivolata (24), perdita di orientamento (19). Il maggior numero di infortuni avviene durante l’attività di escursionismo (124) e sci in pista (42).
Elia Ranza ha commentato così l’analisi presentata: “In montagna devono fare attenzione soprattutto i giovani che, documentandosi sommariamente su internet, non percepiscono il reale pericolo. La sicurezza deve venire prima di tutto perché la montagna dà tante soddisfazioni a prescindere dalle esperienze estreme”.
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Nella foto: i rappresentati delle stazioni bergamasche del Soccorso Alpino
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