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NO ALLA FUSIONE: PER LE MINORANZE È “CONTROPRODUCENTE E SENZA RISPARMI”

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– ROVETTA – “Dalla fusione non si torna indietro”, esordiscono con queste parole i rappresentati delle minoranze dei comuni di Rovetta e Cerete che nella mattina di sabato 6 febbraio hanno incontrato la stampa per illustrare le motivazioni del loro netto “no” al percorso di fusione intrapreso dalle 5 maggioranze di Rovetta, Cerete, Onore, Fino del Monte e Songavazzo.

Questo percorso potrebbe portare all’istituzione del Comune Unico: determinante sarà il voto dei cittadini che sceglieranno il loro futuro attraverso il referendum che sarà indetto negli ultimi mesi del 2016.

Insieme alle 2 minoranze, rappresentate da Mauro Bertocchi per Rovetta e Paola Rossi per Cerete, un gruppo di cittadini che hanno perplessità rispetto alla fusione così ipotizzata.

Tra di loro l’ex sindaco di Rovetta ed ex consigliere provinciale Mauro Marinoni, promotore dell’Unione Comuni della Presolana già in essere dal 2000.

L’azione del “gruppo antifusione” arriva in seguito alle assemblee pubbliche e all’attività divulgativa che gli amministratori hanno svolto nelle scorse settimane per informare i cittadini tramite un documento predisposto dalla commissione che ha lavorato negli scorsi mesi.

E proprio partendo dal lavoro della commissione esordisce Mauro Bertocchi: “Siamo stati coinvolti nella commissione troppo tardi e le nostre perplessità non sono state prese in considerazione. Per questi abbiamo intrapreso un percorso parallelo: quello che ci preme è informare i cittadini a 360° in modo che la scelta possa essere fatta in maniera consapevole”.

Secondo il gruppo in primis non ci sarà nessun risparmio riguardo ai costi della vita politica: “Non è detto che il sindaco del Comune Unico – spiega Bertocchi – che amministrerà 8000 abitanti, si ridurrà il compenso come gli attuali sindaci. Per questo noi abbiamo calcolato che la spesa amministrativa, qualora il sindaco del Comune Unico percepisse la massima indennità che gli spetta, aumenterà del 20%. Idem per i dipendenti: le indennità per i responsabili di servizio potranno aumentare, visto l’aumento del territorio da amministrare”.

Anche le spese del Comune Unico in termini di uffici e di dipendenti non varierà di molto, secondo il gruppo. “Per noi – continua Bertocchi – bisogna incentivare l’Unione Comuni Presolana. La strada giusta è quella di accorpare i servizi così da non perdere l’identità rischiando di far allontanare ancora di più i cittadini dalla vita amministrativa lasciando strada aperta ai partiti”.

Un duro attacco ai partiti e ai consiglieri regionali arriva da Mauro Marinoni: “I consiglieri regionali devono portare a casa i soldi per gli importati progetti che mancano in questi territori. Nel 2000 abbiamo creato l’Unione dei Comuni: un’ente che ha lavorato bene e che può essere potenziato. La fusione è una scelta irreversibile che cancellerà 5 comuni che hanno una vita secolare e una loro importante autonomia”.

“L’Unione è un valore aggiunto – continua Paola Rossi -: noi non siamo contrari alla fusione a prescindere ma siamo contrari a questo tipo di fusione perché allontanerà i cittadini alla vita del comune e non porterà alcun beneficio. La vera sfida culturale è quella di coinvolgere i cittadini nell’amministrazione mentre la proposta di fusione non è nata dalla gente ma è stata calata dall’alto“.

E riguardo all’esempio del lavoro dell’Unione Comuni Presolana Bertocchi ha precisato come: “la piscina in territorio di Rovetta condivisa anche con Clusone, è l’esempio di come l’Unione possa rispettare le esigenze di tutti lavorando in un’ottica di interesse sovraccomunale”.

Il gruppo non costituirà un comitato ma opererà nei prossimi mesi proponendo assemblee pubbliche a cui verranno invitati anche i sindaci e divulgando materiare informativo sia cartaceo che sul web.

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