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Cronaca

DAL FORMAGGIO AL TURISMO CON IL PROGETTO “ValOrobie” FINANZIATO DAL PARCO – VIDEO

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5 amministrazioni, diversi enti sovraccomunali sia pubblici che privati e gli alpeggi: sono questi gli elementi costitutivi di un ambizioso progetto nato nel dicembre 2014 sotto il nome di “ValOrobie” e interamente finanziato dal Parco delle Orobie Bergamasche. Protagonisti i comuni della Val Dossana e della Val del Riso ovvero Ponte Nossa, Parre, Premolo, Oneta e Gorno.

La cabina di regia composta dai rappresentati delle amministrazioni ha lavorato per un anno e mezzo coinvolgendo numerosi enti tra cui: Gal Valseriana, Promoserio, Comunità Montana Valle Seriana, Cai, Provincia di Bergamo, Coldiretti e Ersaf.

Il progetto è stato presentato oggi nella sede della Comunità Montana Valle Seriana a Clusone. “Da subito abbiamo focalizzato la nostra attenzione – spiega Omar Rodigari, assessore del comune di Parre e rappresentante del progetto ValOrobie – sugli alpeggi come ambienti incontaminati che caratterizzano ancora la Val Dossana e la Val del Riso”.

L’obiettivo dunque è quello di valorizzare l’arco montano compreso tra il monte Vaccaro a Parre e il monte Grem a Gorno, passando per tutti gli alpeggi compresi in questo territorio. E’ prevista la riqualificazione della rete sentieristica e della cartellonista, un coinvolgimento dei rifugi oltre alla ristrutturazione della infrastrutture necessarie. “Punta di diamante – continua Rodigari – è la creazione di una rete di produzione casearia di eccellenza che coinvolge i produttori locali”. Già 6 i caseari che hanno aderito al progetto, sottoponendo i loro prodotti alla valutazione dello studio di fattibilità. 

Determinante il contributo dato dal Parco delle Orobie Bergamasche che ha permesso la realizzazione di questo studio: “Possiamo definire questa fase come la chiusura della progettazione e l’inizio del lavoro – ha spiegato Yvan Caccia, presidente del Parco delle Orobie Bergamasche -. Inoltre non è al prima volta che il Parco investe dei fondi in questi territori e, anche in questa occasione, dimostriamo come il nostro ruolo non sia solo quello di mettere regole e divieti ma anche di aiutare le amministrazioni in progetti importanti come questi che preservano le nostre montagne”.  

L’analisi del contesto ambientale e, più nello specifico, dei prodotti caseari è stata seguita dall’Associazione Val.Te.Mo, l’associazione per la Valorizzazione del Territorio Montano. A Clusone il presidente Alberto Tamburini ha precisato come “l’obiettivo dello studio di fattibilità del progetto sia la valorizzazione del prodotto strettamente connessa alla valorizzazione dell’intero territorio creando un circuito che porti anche a reperire dei fondi. In una prima parte si è fatto un censimento dei luoghi per costruire un sistema di gestione integrata del territorio proponendo interventi semplici ma efficaci”. 

Punto di partenza da cui proseguire è sicuramente l’eccellenza dei formaggi prodotti in questo territorio: “Si tratta sostanzialmente di 2 tipi di prodotti caseari – ha illustrato la dottoressa Milena Brasca del Cnr -. Formaggelle di piccola grandezza poco stagionate e formaggi di monte stagionati. Questi prodotti sono ottimi perché caratterizzati dal colore giallo intenso che indica la ricchezza di betacarotene e di grassi polinsaturi. La strada da percorrere per proporre un prodotto uniforme in cui far identificare il territorio è quella di rendere le pezzature simili nella forma, nella grandezza e nella pasta”.

La progettazione potrebbe portare alla creazione di un disciplinare condiviso e di un marchio collettivo, ma per questo si aspettano nuovi fondi.

 

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