10 DOMANDE ALL'AUTORE
Intervista Alessandra Buci autrice del libro “Donne”
Dopo la recensione del libro “Donne” di Viliam Amighetti vi presentiamo l’intervista all’autrice Alessandra Bucci.
Alessandra Bucci, autrice prolifica, esce come una sirena dal mare che lambisce le pagine della sua prosa e si accovaccia su di uno scoglio per fare quattro chiacchiere con noi. L’interessante punto di vista prospettico con cui l’autrice riesce a dare luce ai suoi personaggi, permette all’universo maschile di approfondire un po’ di più quella che è la necessaria conoscenza del mondo femminile.
Da dove nasce l’esigenza di scrivere?
Sono un’insegnante di lettere che da sempre si diletta a dipingere (le copertine di entrambi i miei libri riportano due miei elaborati) e solo nell’ultima parte della mia vita mi sono dedicata alla scrittura. Un paio di anni fa, infatti, ho aperto una pagina Facebook, Il mondo di Alessandra B., su cui, quasi per gioco, ho iniziato a trascrivere pensieri e poesie che da qualche tempo tenevo chiusi in un cassetto, precisamente da quando una notte, mentre assistevo mia madre in ospedale dopo un delicato intervento, non riuscendo a dormire provai a mettere nero su bianco le mie emozioni.
Con enorme piacere mi sono subito accorta che i miei scritti erano apprezzati e ciò mi ha spinto a pubblicare il primo libro di poesie “I sentieri dell’anima” uscito ad ottobre del 2014 edito dalla Duende. Dalla poesia al racconto il passo è stato breve. E così è venuto alla luce “Donne. Sette racconti, un’unica storia” uscito il 31 agosto 2015 edito dalla Intermedia Edizioni.
Man mano le pagine Facebook sono diventate tre, alla prima si sono aggiunte “Insieme è più bello” e “Donne”, ed ora non potrei fare a meno di scrivere ogni giorno pensieri, poesie, attività che contribuisce notevolmente al mio benessere emotivo. Provo, in questo modo, ad illuminare i miei momenti “bui”, a fare ordine, almeno in parte, nei miei “grovigli” interiori, elevandomi al di sopra del grigiore della vita quotidiana riuscendo così ad andare avanti con rinnovata speranza.
Il tuo mondo letterario ha una genesi poetica
Per rispondere a questa domanda vorrei partire da una mia poesia dal titolo Donna a metà: Sempre in bilico/ tra sogno e realtà,/ poesia e prosa,/ luce e tenebra,/ sottobosco ed alta quota,/ rami secchi e teneri germogli,/ vivo cucendo/ con i fili della passione/ le due diverse sponde/ del mio palcoscenico./ E ritrovo così/ la mia integra sostanza. Tutto questo per dire che se è pur vero che il mio mondo letterario ha una genesi poetica, la mia poesia è una poesia prosastica e la mia prosa cerca costantemente di tendere alla poesia. Sono un’autrice difficilmente catalogabile, una donna poliedrica e molto impegnata. Un’insegnante, una sportiva che corre quasi tutte le mattine lungo il suo amato mare, una moglie, una madre di due bambini, un maschio di 12 anni ed una femmina di 8, che cerca a fatica, sempre in bilico, ma senza mai perdere completamente l’equilibrio, di portare avanti i suoi mille progetti, le sue variegate attività.
Le tue donne sono reali. Sono quelle che troviamo quando facciamo ritorno a casa. Non ingiarrettate. Non cloni di Vamp inesistenti. I tuoi personaggi sono la descrizione della classica ragazza della porta accanto.
Si, è vero, le protagoniste del libro sono perlopiù donne semplici, con i piedi per terra ma con tanta voglia di continuare a sognare, fragili e forti allo stesso tempo, concrete, vere, nel senso che in ogni personaggio convivono varie sfumature del mio mondo, alcune appartenenti ad Alessandra Bucci ed altre alle donne incontrate lungo la mia strada. Ci sono delle insegnanti appassionate di poesia, pittrici, sportive, tutte caratteristiche che appartengono anche alla mia persona. Nell’affrontare le varie problematiche ho tenuto conto delle mie personali esperienze ma soprattutto mi sono ispirata alle testimonianze di tutte quelle donne che, durante l’arco della mia vita, hanno lasciato in me un segno indelebile regalandomi profonde emozioni e impartendomi preziose lezioni di vita. Per quanto riguarda l’esperienza del coma, ad esempio, ho avuto la fortuna di conoscere due persone sensibili e profonde, a me molto care, che hanno attraversato quel famoso tunnel e mentre descrivevo quella particolare scena pensavo ai loro racconti, alle emozioni che trasudavano dai loro gesti mentre me ne parlavano, mentre mi rendevano partecipe della loro esperienza tragica e toccante.
Ho deciso di dedicare questo mio secondo lavoro alle donne perché sono convinta che il mondo interiore femminile sia molto più complesso e variegato di quello maschile. Ho cercato di far luce su certi aspetti misteriosi di questo mondo così affascinante e analizzando le mie donne, la loro interiorità, studiavo contemporaneamente me stessa cercando di comprendere alcuni processi a volte totalmente imprevedibili e difficili da spiegare anche a me stessa.
Vorrei comunque evidenziare che ho cercato, se pur indirettamente, di rivalutare ed elevare anche la figura maschile che nonostante le sue fragilità e insicurezze, spesso generatrice di profondi dolori per le protagoniste del libro, prova a mostrare il suo lato più dolce e arrendevole . Quasi tutti gli uomini presenti nei vari racconti hanno, in qualche modo, fatto soffrire le protagoniste, ma nessuno lo ha fatto con consapevolezza o con una precisa volontà. Non vi sono né carnefici, né vittime, solo complessi rapporti umani.
Quali sono stati i romanzi di formazione che hai letto?
Ne ho letti tanti, ma forse quelli che mi sono rimasti nel cuore sono Il rosso e il nero di Stendhal e Jane Eyre di Charlotte Bronte. Ricordo che rimasi molto affascinata dalla storia del protagonista del romanzo di Stendhal, un giovane arrivista che dopo tante esperienze capisce che il suo vero io si era espresso nell’amore e soprattutto da Jane Eyre, donna forte e passionale quale essa si rivela già dalle prime pagine del romanzo.
Sai che negli alberghi, nei comodini delle camere, c’è l’abitudine di lasciare una copia della Bibbia. Se tu dovessi aggiungere un libro quale sceglieresti?
Sicuramente un giallo di Agatha Christie. Adoro i gialli, in particolari quelli che si addentrano nella psiche dei personaggi, quelli in cui il colpevole rimane un mistero fino alla rivelazione finale.
E su di un immaginaria isola deserta che cosa porteresti con te…
Porterei sicuramente carta, penna, matite, colori, macchina fotografica e un computer portatile, magari ricaricabile con la luce solare e….possibilmente con connessione internet!
Oggi la società sta cambiando. I sentimenti diventano sempre più deboli. Credi che la letteratura possa avere ancora un effetto medicamentoso per l’inaridimento culturale che avanza?
Lo spero vivamente, per me le emozioni e i sentimenti sono il sale della vita. Come già detto sono un’insegnante di lettere della scuola secondaria di primo grado molto empatica ed emotiva e come tale cerco di trasmettere ai miei alunni l’amore per la lettura e per la scrittura. Assegno loro mensilmente un libro da leggere e poi insieme lo analizziamo e lo commentiamo. Spesso leggendo loro dei brani le mie emozioni si condensano in lacrime e i miei occhi si fanno lucidi. Cerco costantemente di condividere con i ragazzi le mie emozioni e anche se a volte li sento molto distanti sono sicura che un piccolo seme di quanto trasmesso resterà in loro e magari negli anni, proprio quando meno se lo aspettano, vedranno spuntare i primi frutti.
Fai parte di un associazione culturale
Si, insieme ad altri sei collaboratori volontari faccio parte, ormai da quasi due anni, di un’associazione culturale, il Martinbook che si occupa di promuovere la cultura nel territorio. Al suo interno abbiamo varie risorse, giornalisti, insegnanti, attrici di tetro, tecnici che ci permettono ogni volta di organizzare eventi di vario genere come ad esempio presentazioni di libri, reading poetici, mostre pittoriche, ecc.con la minima spesa e il massimo risultato proprio perché siamo fermamente convinti che l’arte in generale possa avere un effetto medicamentoso per contrastare l’inaridimento culturale che avanza.
A fine luglio, in particolare, organizziamo un festival di quattro giorni in cui, in varie location del nostro paese che si trova sul mare e che in estate richiama un discreto numero di turisti, invitiamo autori e artisti locali ma anche personalità molto conosciute a livello nazionale.
Oltre ad essere moglie, mamma e insegnante, hai già pensato al tuo prossimo progetto letterario?
Nelle mie pagine facebook, continuo a scrivere pensieri e poesie, magari prossimamente una nuova raccolta di poesie, pronta da tempo, vedrà la luce. Intanto uscirà a giorni il mio prossimo e terzo lavoro letterario dedicato a mio padre, che era un marinaio, e al mare. Sono nata e sempre vissuta in una località di mare, l’immensa distesa azzurra per me costituisce una continua fonte di ispirazione e di rinascita.
In “Raccontami il mare”, questo è il titolo dell’opera, prosa e poesia si integrano e a tratti si confondono. Si tratta di un romanzo breve con un’appendice di poesie.
La malinconia tipica del poeta, la passione, l’appartenenza ad un luogo, l’amore, l’amicizia, il desiderio di maternità, il senso di abbandono per la perdita di un genitore, la nostalgia, la cura degli oggetti legati ai propri cari e soprattutto il senso di colpa, sono questi i temi ricorrenti nella storia.
Il suo titolo è “Raccontami il mare” ed è edito da L’erudita, un marchio della Giulio Perrone.
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A cura di William Amighetti
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