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Energia pulita che toglie l’acqua alla Val Vertova, il “no” alle centraline – video

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Le centraline in Val Vertova non sanno da fare. E’ questa la sintesi di quanto emerso nell’assemblea del 7 luglio organizzata dal Comitato “Val Vertova Bene Comune”.

l'assemblea pubblica a Vertova

l’assemblea pubblica a Vertova

Il Comitato “Val Vertova Bene Comune” si è costituito il 6 giugno ed è composto da 29 soggetti tra forze politiche e associazioni. Capofila Orobie Vive. L’obiettivo è quello di portare avanti un secco “no” contro la realizzazione di due centraline idroelettriche in Val Vertova.

La serata si è svolta nella sala polivalente della Fondazione Cardinal Gusmini di Vertova: presenti numerosi cittadini, amministratori e politici della Valle Seriana.

La proposta di realizzazione dei due impianti, che potrebbero sfruttare fino al 90% di portata del torrente Vertova per una lunghezza di circa 1,5 km, è stata presentata in Provincia da un’impresa immobiliare nel contesto della normativa che incentiva la creazione di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Un bene questo, se non fosse che le domande dei privati negli ultimi anni sono aumentate andando ad interessare anche aree incontaminate e ad elevato interesse turistico, com’è la Val Vertova.

Così, per tutelare l’area e far sì che l’acqua non diventi un bene vendibile ma resti patrimonio della zona, apprezzata da migliaia di visitatori ogni anno, sia l’Amministrazione che i cittadini si sono mossi per capirne di più.

 

LE MOTIVAZIONI DEL “NO”

Come primo punto durante l’assemblea è stato ribadito il pregio della Val Vertova dato dalla presenza di: acqua in abbondanza, numerose sorgenti e flora e fauna autoctona. Meta turistica e didattica, la zona è considerata in tutta la Val Seriana come una delle più incontaminate dove passeggiare e trascorrere momenti di relax. “Per questo dobbiamo essere tutti uniti nel contrastare questo progetto – hanno ribadito i rappresentati del Comitato che hanno preso voce al microfono”.

La pratica burocratica è alla fase iniziale e la Provincia dovrà stabilire se sottoporre la richiesta alla Valutazione d’Impatto Ambientale. E proprio in questo step l’Amministrazione e il Comitato hanno presentato in Provincia le loro osservazioni.

“Il Comitato – ha spiegato Armani Vittorio –  ha sottolineato la carenza di dati progettuali, l’inabilitazione del progettista e la non correttezza dei dati forniti. Realizzare queste centraline vorrebbe dire sconvolgere l’ecosistema di un corso d’acqua che non tornerebbe più come prima”.

“L’amministrazione – ha continuato il sindaco Luigi Gualdi – non ha potere di decisione in merito ma sta seguendo l’iter da gennaio, ribadendo alla Provincia la netta contrarietà perché il principio della pubblica utilità non può prescindere dalla tutela del patrimonio naturalistico”.

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le acque incontaminate della Val Vertova

Lo scenario che si andrebbe a delineare sarebbe quello di due impianti relativamente brevi che da una quota di 500 metri sul livello del mare, grazie a tubature interrate lunghe dai 600 ai 700 metri realizzate sotto il sentiero che costeggia il torrente, produrrebbero energia pulita. Energia sostenibile che svuoterebbe però il Vertova, visto che il decreto in merito stabilisce il deflusso minimo da mantenere pari al 10% della portata, privando il corso d’acqua della sua stessa natura.

“Il rischio – ha concluso il sindaco – è che l’area perda l’interesse turistico e paesaggistico a favore soltanto del privato. Ma neanche l’interesse economico ci farebbe cambiare idea: i vertovesi non venderebbero la Val Vertova neanche per un milione di euro”.

Tanti gli applausi e numerose le firme raccolte. La posizione dei valligiani è chiara. Tra 15 giorni sarà la Provincia ad esprimersi.

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