LEGGERE... CI PIACE!
Parole su Parole volume 1
Abbiamo scelto di sostituire con le parole i segni perché sentivamo il bisogno di dare forma e vita a ciò che c’era dentro di noi. Ecco perché l’uomo ha inventato il linguaggio. Per dipingere verbalmente il sentimento, distaccandosi dalle incisioni rupestri che lo confinavano in un sistema sempre più afono. Nessuna arma è più forte della paroloa. Puoi schivare un colpo, ma non puoi sfuggire ad un verbo. Non necessariamente deve essere visto come tagliente. Moltissimi aggettivi sono linee morbide che si intersecano e creano nel nostro animo delle iperbole continue. Carlo Zanutto, esatto, ancora lui, scende un altra volta in campo, lasciando fuori dal suo quintetto base Frusciante e la fase bit e concentrandosi su di una serie di schemi più maturi. Convincenti. Parole forti che fortificano ancora di più la struttura poetica di questo eclettico anticonformista orobico
Zanutto allena giovani menti e sprona il nostro lessico a non soccombere ai continui anglofobi messaggi. Così, in un immaginario tabellone dei Play-off, vediamo la poesia che batte senza nessun timore reverenziale il perbenismo. Affronta al secondo turno l’ipocrisia, sconfiggendola senza bisogno di tiri da tre. Va a rimbalzo sugli stereotipi e anticipa il conformismo. Zanutto mescola tutto ciò che è. Le sue molteplici forme compaioni distinte in ogni pagina. Le mille sfaccettature che caratterizzano tutte le vite degne di essere vissute emergono riga dopo riga e le parole, quelle belle, intense, che Zanutto muove con abilità sul suo immaginario campo, si intersecano e diventano una cosa sola
Un immagine che si costruisce e si modifica e nel continuo mutamento stabilisce i parametri di una nuova forma. Ogni volta che leggo una sua poesia sento il riproporsi dello slogan “se non ora quando?”. Davvero mi domando, se non ora, quand’è che sentiremo il nome di Zanutto equiparato a chi si professa grande poeta e ancora si incaponisce in rime baciate e in continue desinenze verbali scontatissime. Le parole su parole generanon non dei muri invalicabili, ma degli alti punti di osservazione dove chi vi sale cerca all’orizzonte un futuro radioso.
Viviamo naufraghi con la speranza di approdare sulle coste di un isola dove gli uomini sono ancora uomini e le parole sanno essere ancora parole e non inutili suoni pronunciati a casaccio.
Parole su Parole. Volume 1 – di Carlo Zanutto ed IRDA pag 102
A cura di William Amighetti
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