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FIT by G – Acqua fonte di benessere: cosa, quanto e quando deve bere uno sportivo
Mi trovo a quota 9906 metri s.l.m. quando, sorvolando le isole delle Baleari in un’assolata domenica d’agosto, penso che a ferragosto Valseriana News non chiude e rapita dal blu infinito sotto di me decido di parlarvi dell’acqua.
L’acqua è ovunque, ricopre per il 71% la superficie della terra, rappresenta il 75% del peso corporeo di un bambino, è presente in ogni nostra cellula e nel sangue. È essenziale nella vita di ogni essere umano, in particolare modo quando si allena.
Sul cosa bere, io consiglio sempre alle mie allieve acqua naturale presa direttamente dal rubinetto perché nelle nostre zone è potabile, non pesantemente trattata se ricavata dalle fonti e non dal sottosuolo e molto ricca di elementi minerali e sopratutto più fresca di quelle conservate nei magazzini di supermercati a volte anche alla luce del sole. Facendo però attenzione a pulire accuratamente sia interno che esterno della bottiglia di plastica che riempiamo più volte o ad osservare i simboli posti sul fondo che ne indicano la quantità massima di ricicli. O più cautamente optando per una borraccia lavabile più efficacemente in lavastoviglie. A riguardo ultimamente sono rimasta esterrefatta da un articolo apparso su www.ilgiornale.it in cui si legge che “secondo una ricerca di Treadmillreviews il 60% dei germi presenti nelle bottigliette di plastica riciclate più volte non sono diversi da quelli che si possono trovare nella tavoletta del water”. Infine vale sempre la regola generale di berla mai fredda per non creare shock termico con la temperatura interna corporea, magari aggiungendovi una spremuta di limone, dalle proprietà altamente alcalinizzanti, disintossicanti, dissetanti, depurative e per niente astringenti.
Per quanto riguarda la quantità, si alternano svariate linee di pensiero, come quella dei due litri obbligatori giornalieri o quella del bere solo al bisogno. Quest’ultima teoria non sembra valere però per un soggetto in allenamento. Corretto infatti sarebbe bere prima durante e dopo un’attività e non quando ormai si sente la sete perché significa che siamo già in disidratazione. Uno sportivo, in particolare, dovrebbe calcolare la propria quantità in litri ideale moltiplicando 0,05 per il proprio peso corporeo.
Arriviamo al quando bere acqua. I medici a riguardo sono abbastanza unanimi e la consigliano in generale spesso durante la giornata, ma in particolare modo a digiuno tiepida la mattina per depurarsi e non troppa durante i pasti per non dilavare i succhi gastrici mentre lavorano e per non spegnere il fuoco della digestione.
La mia chicca della giornata. Nell’ambiente del fitness sono conosciuta come “Giusy zumba zin” ma oggi voglio tramutarmi in “Giusy zumba zen”. Ho letto su siti olistici che l’acqua si può solarizzare ovvero colorare coi 7 colori dell’arcobaleno corrispondenti ai 7 chakra, semplicemente inviando all’acqua che stiamo ingerendo pensieri d’amore o di gratitudine, perché sembrerebbe che sia in grado di copiare a livello elettromagnetico le memorie ricevute dall’ambiente circostante. Beh capiamoci… le mie conoscenze erano ferme alle acque colorate con fiori commestibili o tisane depuranti per evitare la banalità dell’acqua naturale. Ma se questo metodo funziona, da oggi prima di allenarmi duramente, bevo e invio alla mia borraccia il pensiero di moltiplicazione, così faccio un solo squat ma in realtà ne ho fatti cento.
Buon ferragosto a tutti.
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A lunedì prossimo!
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