Cronaca
2mila lavoratori bergamaschi tra le vittime del referendum in Svizzera
Sono circa 2mila i frontalieri bergamaschi che settimanalmente raggiungono il Canton Ticino per lavoro. Questi i dati dell’ente Bergamaschi nel Mondo diffusi dalla Cisl di Bergamo, secondo cui questi saranno presto tra le prime vittime del referendum che i vicini svizzeri hanno approvato e che prevede limitazioni serie all’ingresso di stranieri.
Secondo Giacomo Meloni, segretario provinciale della Cisl di Bergamo, la ‘scelta anti-italiana del Ticino non risponde a una scelta razionale ma emotiva ed ideologica, l’ideologia della chiusura nazionalista, dei muri contro lo straniero a prescindere. Si tratta tra l’altro – aggiunge Meloni – di una scelta antistorica. Ogni anno cresce il numero degli italiani che fanno le valige e si trasferiscono all’estero. Nell’era della globalizzazione – conclude Meloni – quelle contro i frontalieri sono iniziative che appaiono antistoriche oltre che sbagliate, e registrano il sintomo di un clima molto negativo.
Contro il risultato referendario la Cisl di Bergamo evidenzia due fatti: la momentanea non effettività pratica del voto e l’ammissione di molte imprese svizzere che senza i frontalieri, anche bergamaschi, con la loro professionalità e qualifica, il sistema manifatturiero, la sanità, il commercio chiuderebbero e l’economia Svizzera non sarebbe in grado di mantenere i livelli attuali.
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