Cronaca
Poste Italiane: stop agli straordinari verso lo sciopero del 4 novembre
Parte oggi una protesta dei dipendenti di Poste Italiane. Il 4 novembre sarà sciopero generale.
Dalla privatizzazione di un ulteriore 30% dell’azienda (pur rimandata a data da destinarsi), alla contestata riorganizzazione del sistema del recapito, dai problemi della sportelleria dove cronica è la carenza di personale, fino a un rinnovo contrattuale che procede a rilento: è lunga la lista delle motivazioni della protesta che parte oggi fra i lavoratori di Poste Italiane.
Per il 4 novembre è stata proclamata una giornata di sciopero generale con presidio in Piazza Affari a Milano (dalle ore 10-12), mentre già dalla giornata di oggi inizia l’astensione dalle prestazioni straordinarie e aggiuntive, che durerà un mese.
“Lo sciopero generale riguarderà tutto il personale dipendente di Poste Italiane Spa sull’intero territorio nazionale” hanno spiegato nei giorni scorsi Marisa Adobati della SLC-CGIL e Giuseppe Gotti di SLP- CISL di Bergamo. “Nella nostra provincia da una settimana abbiamo cominciato a preparare la mobilitazione con le assemblee dei lavoratori”.
Rispetto alla nuova privatizzazione di parte dell’azienda, nonostante la decisione del Governo di rimandarne la realizzazione, “questa mobilitazione sarà un momento importante” spiegano i due sindacalisti, “per comunicare all’opinione pubblica che la nostra battaglia non serve solo a difendere il futuro delle lavoratrici e dei lavoratori del Gruppo ma anche a salvaguardare l’importanza strategica di una azienda come Poste per tutta l’Italia”.
“La seconda ragione per cui si sciopera riguarda la riorganizzazione del recapito, cioè la consegna della corrispondenza a giorni alterni: dove si è sperimentata e realizzata come a Bergamo sono emerse tutte le contraddizioni di un piano industriale che a nostro avviso va profondamente rivisto. Abbiamo infatti assistito ad accumulo di giacenze, peggioramento delle condizioni di lavoro e della qualità del servizio e a continue proteste di amministrazioni locali e cittadini. Al contempo gli investimenti previsti dal piano, in primo luogo relativi all’ammodernamento e alla sicurezza dei mezzi aziendali, tardano ad arrivare”.
“Gli sportellisti e gli specialisti commerciali, soprattutto in Lombardia, vivono poi in una ormai cronica mancanza di personale per effetto del mancato turn-over dopo le centinaia di uscite annue per gli esodi incentivati. La conseguenza è spesso la messa in discussione di diritti contrattuali come le modalità di utilizzo delle ferie e i distacchi ormai fuori controllo. Al contempo permangono forti le pressioni commerciali e la tendenza a collocare prodotti finanziari a rischio contravvenendo alle stesse regole etiche di comportamento di cui Poste si fa vanto. E’ necessario, inoltre, sostenere con lo sciopero la trattativa per il rinnovo del Contratto Nazionale di Gruppo, ormai scaduto da quasi un anno e che sta procedendo con molta lentezza” concludono i due sindacalisti.
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