Cronaca
Quando negli anni ’60 i giovani di Ardesio salvarono il “Zenerù” – video
Martedì 31 gennaio dalle ore 20 a Ardesio, in alta Valle Seriana, si scaccia l’inverno con la “Scasada del Zenerù”, la tradizione salvata negli anni ’60 dai giovani di allora.
Ad Ardesio il 31 gennaio torna, come ogni anno, la consolidata tradizione della “Scasada del Zenerù”: in occasione dei gelidi giorni della Merla, la sera del 31 in migliaia si unisco agli ardesiani per scacciare l’inverno, il freddo e la brutta stagione, augurandosi una primavera proficua.
Ad oggi la serata si svolge con un corteo animato da campanacci e rumori vari per le vie del paese che segue il famoso fantoccio, il quale, ogni anno con sembianze diverse, rappresenta la fredda stagione che sarà simbolicamente cacciata, bruciando attraverso un suggestivo falò.
Seppure oggi il “Zenerù” sia un evento imperdibile che attira persone da ogni angolo della Val Seriana, negli anni ’60 questa tradizione si stava perdendo tra le pieghe del progresso: furono alcuni giovani, tra cui Flaminio Beretta, oggi eremita del paese, a portarlo in auge, come ci spiega in questa intervista.
“Eravamo in 30 circa a bruciare il primo fantoccio a metà anni ’60 – spiega -, lo bruciammo all’oratorio. Era un pupazzo alto 4 metri”.
Ascolta tutta l’intervista qui.
Come ogni anno Flaminio è l’ispiratore del tema del “Zenerù” componendo la poesia in dialetto, quest’anno la filastrocca recita: «Fo’l carbù; ‘nne fo ö muntù söl piasal di Marinù!/ Faccio il carbone, ne faccio tantissimo sul Piazzale nei Marinoni». Zenerù cercherà così di fare il carbone con un’antica tecnica utilizzata in passato anche in alta valle: il Pojat.
La manifestazione inizierà sul Piazzale dei Marinoni di Ardesio: i partecipanti con il rumore delle “cioche” (i campanacci delle mucche) spaventeranno il fantoccio, lo cattureranno e in corteo per le vie del centro storico lo accompagneranno sino nella piazza in cui alla fine sarà messo al rogo.
Domenica 29, anticipa il tradizionale evento “Aspettando la Scasada”, dove anche le nuove generazioni potranno vivere da protagonisti il rito di cacciata dell’inverno.
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