Cronaca
Albino, i ragazzi del pullman si difendono: “Non siamo bulli, non abbiamo minacciato nessuno”
Minimizzano l’accaduto i giovani citati nella lettera dell’autista della Sab: “Nessuno di noi ha minacciato o aggredito l’autista – scrivono -. Siamo semplici ragazzi di 17/18 che sono saliti senza biglietto e che per colpa di qualche battuta ci siamo ritrovati ad essere descritti come dei violenti”.
Non è tardata ad arrivare la risposta dei ragazzi chiamati in causa da una lettera inviata alla Sab e ai Carabinieri di Clusone e pubblicata su Valseriana News domenica 7 maggio (leggi la lettera qui) in cui un autista denuncia il clima di pericolo in cui spesso si trovano a lavorare lui e i suoi colleghi.
L’autista racconta di essere stato sbeffeggiato e minacciato da un gruppo di ragazzi saliti sull’autobus in stazione ad Albino nel pomeriggio di sabato: 6 degli 8 giovani non avendo il biglietto, sono stati richiamati dall’autista che per risolvere la situazione ha chiamato i Carabinieri.
E’ una versione diversa quella data da uno dei ragazzi che, tramite un messaggio alla nostra redazione, si fa portavoce di tutto il gruppo minimizzando l’accaduto: “Sono qui a scrivere soltanto perché nessuno dei ragazzi ha minacciato o aggredito l’autista e mi sembra scorretto che io e gli altri ragazzi siamo raffigurati in questo modo soltanto per qualche battuta, che può essere considerata di cattivo gusto”.
Il racconto del ragazzo
“Erano le 16.40 come scritto nell’articolo. Eravamo in 8 ragazzi oltre agli altri passeggeri, 2 di noi avevano l’abbonamento mentre gli altri 6 erano sprovvisti di biglietto o titolo valido per il viaggio. Arrivato il pullman ci siamo diretti di fretta poiché solitamente il mezzo parte in meno di 30 secondi. Chiesti i biglietti ai passeggeri l’autista si è limitato a chiamare i Carabinieri forse per timore che noi l’aggredissimo, cosa che non avrebbe senso per una cosa di così poco conto come un viaggio sopra un mezzo pubblico. 5 di noi quindi sono scesi e io insieme agli altri 2 ragazzi, passeggeri regolari, sono rimasto sul pullman aspettando che questo partisse. Siccome si faceva sempre più tardi mi dirigo per uscire dal mezzo, ma l’autista chiude e blocca le porte dicendo che ero obbligato a stare all’interno contro la mia volontà. Al contrario di ciò che è stato detto dalla ‘presunta vittima’, non ho cercato di scappare in alcun modo sebbene l’avessi potuto fare anche in modo violento. Intenzionato ad aspettare l’arrivo degli agenti per sapere il motivo di questa situazione degenerata inutilmente ho chiesto all’autista il perché di tutto questo e se sembrasse il caso di questa scena giusto per un paio di biglietti, lui mi ha risposto di sì intimandomi a rimanere seduto neanche avessi commesso chissà quale reato o crimine. Arrivate le autorità, disturbate per il nulla, ho consegnato loro i miei documenti mentre l’autista si comportava da vittima quasi volesse far pena. Ribadisco che tutto questo pare scorretto nei nostri confronti, essere considerati dei bulli; siamo semplici ragazzi di 17/18 che sono saliti senza biglietto e che per colpa di qualche battuta ci siamo ritrovati ad essere descritti come dei violenti. Infine mi fa sorridere la lettera pubblicato e il fatto che questo signore sia impaurito all’idea di incontrarci in stazione, come se noi provassimo rancore per l’accaduto e dovessimo stare qui a rischiare denunce per un biglietto non acquistato”.
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Alberto
9 Maggio 2017 at 11:51
Degli angioletti, insomma…
Giogiospagna
9 Maggio 2017 at 21:29
Comunque il biglietto si paga, tutti,extracomunitari o italiani,e pure io nn credo agli angioletti,è ovvio che negano,io viaggio con i mezzi pubblici e ho notato la mancanza di rispetto e di senso civile di tanti giovani italiani e non