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Cronaca

A Leffe la “Madonnina” di riserva: “Nessun allarme, solo rilievi per il restauro”

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Nella chiesa parrocchiale di San Michele a Leffe la statua fantoniana dell’Addolorata tolta dalla teca per rilievi in vista di restauri. Al suo posto l’esile Madonna del Rosario.

La Madonnina del Fantoni

Dov’è finita la Madonnina?  L’allarme è circolato a Leffe e , soprattutto, sui social nei giorni scorsi, ma per fortuna non c’è alcun mistero. Nella chiesa parrocchiale di San Michele la statua fantoniana dell’Addolorata (per tutti i leffesi “la Madonnina”) è stata tolta dalla teca dell’altare in cui è di norma custodita al fine di consentire rilievi tecnici e fotografici in vista di un possibile restauro.

Madonna del Rosario nella teca della Madonnina a Leffe

“Ho spiegato la necessità a tutte le messe festive e prefestive – conferma il parroco don Giuseppe Merlini – dato che in occasione dei recenti festeggiamenti i volontari avevano notato alcune criticità. Abbiamo per questo deciso di approfondire i rilievi da parte di persone competenti ed in vista delle necessarie autorizzazioni di Curia e Soprintendenza”.

Per consentire agli esperti di completare al meglio le verifiche, la statua è stata tolta dalla teca e fatta scendere attraverso lo specifico argano, realizzato da Mauro Gelmi, che dal 1978 consente di muovere la statua al ritmo della “corona”, una forma di preghiera che prevede la ripetizione per sette volte di sette Ave Maria. Nella teca è stata provvisoriamente collocata la statua della Madonna del Rosario.

Il gruppo scultoreo dell’Addolorata di Leffe fu scolpito nel ‘600 nella bottega di Grazioso e Andrea Fantoni di Rovetta. La statua fu incoronata dal vescovo mons. Giuseppe Piazzi, che nel 1959 fissò sulla Madonnina la corona aurea creata dallo scultore Attilio Nani e benedetta da Papa Giovanni XXIII.

Le celebrazioni del 1959

Il nome Madonnina fu coniato probabilmente per la piccola statua dell’Addolorata in cotto, precedente a quella del Fantoni, ancor oggi custodita in chiesa. La festa della Madonnina era una sorta di Pasqua anticipata per i “Coertì”, gli ambulanti di prodotti tessili leffesi che si apprestavano a partire per la campagna di vendita in tutta Italia, rientrando in Valle poi per la festa agostana di San Rocco.

Per segnalare l’attaccamento dei leffesi alla loro “Madonnina”, bastino i versi dell’Inno che viene intonato ogni anno in occasione della festa:  “Sia da tutti benedetta la gran Vergine Addolorata. A te salga da ogni petto sempre un cantico d’ amor. Tu di Leffe sei la gloria, sei lodata in ogni età. Ogni lingua qui si sciolga in lodare la tua bontà, la tua bontà!”.

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