Cronaca
Concessioni idroelettriche e canoni aggiuntivi, i Comuni non devono nessun rimborso
Il punto sulla vicenda dei rimborsi richiesti a diversi Comuni che, secondo la Corte costituzionale, dei canoni aggiuntivi non devono nulla ai concessionari.
“La partita dei rimborsi richiesti ai Comuni dalle società idroelettriche si è chiusa e gli enti locali non dovranno restituire soldi”. Lo ha dichiarato FederBim che, in una nota informativa, ha fatto il punto sulla vicenda dei rimborsi richiesti a diversi Comuni e ha assicurato la massima attenzione ai prossimi passaggi.
“Dei canoni aggiuntivi sulle proroghe di concessioni di grandi derivazioni idroelettriche si parla da tempo – sottolinea Carlo Personeni, presidente di FederBim, nonché del Consorzio Bim di Bergamo – Ma di recente la Corte costituzionale si è pronunciata con un esito favorevole per gli enti locali. Infatti, con sentenza 88/2017, ha stabilito che le somme incassate dai Comuni, versate dai concessionari prima della sentenza della Corte Costituzionale 1/2008, vanno definitivamente trattenute dai Comuni stessi”.
“Al centro della vicenda – continua Personeni – le indicazioni della legge 266/2005 che, a fronte della proroga delle concessioni in scadenza a partire dal 2010, prevedeva un canone aggiuntivo di 3,6 euro per ogni kilowatt di potenza installata, destinato per 1/6 ai Comuni rivieraschi e per 5/6 allo Stato. Le società avevano provveduto a versare detti canoni nel 2006 e 2007 allo Stato e nel 2008 ai Comuni, grazie anche all’interessamento di FederBim ed anche dei Consorzi Bim locali. La Corte Costituzionale nel 2008 ha ritenuta illegittima questa proroga delle concessioni e conseguentemente ha annullato anche i relativi canoni”.
Fra provvedimenti e ricorsi che si sono susseguiti, di fatto lo Stato di fatto ha rimborsato le società idroelettriche per la sua parte di canone aggiuntivo, ma in nessun atto era stato previsto esplicitamente il rimborso della quota incassata dai Comuni.
In seguito, a fronte della richiesta di rimborso presentata dai produttori di energia idroelettrica a tutti i Comuni interessati, la FederBim ha dato indicazione ai vari Consorzi Bim di farsi carico del problema, a sostegno dei Comuni, comunicando, a ciascuna società idroelettrica richiedente la restituzione, che detti canoni dovevano essere definitivamente trattenuti dai Comuni.
“Con sentenza n. 88/2017 – prosegue Carlo Personeni – la Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile la questione di legittimità costituzionale sollevata da una società idroelettrica e, quindi, si è convenuto che nessuno rimborso fosse dovuto. E questa presa di posizione è stata da noi sostenuta con forza, invitando già anni fa i Comuni a non restituire alcunché”.
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