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Regione, grandi manovre verso le elezioni. Scandella “Maroni anticipa i tempi perché teme una condanna”

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Grandi manovre in vista del rinnovo del Consiglio Regionale, a scadenza nel 2018. Il consigliere PD Scandella punta il dito contro Maroni: “Vuole anticipare i tempi perché teme una condanna”.

Roberto Maroni

La naturale scadenza di mandato è prevista per la primavera del 2018 e tra una settimana, l’11 giugno, è in programma il banco di prova delle elezioni amministrative, ma in Regione Lombardia si è già accesa la lotta politica per le prossime elezioni.

Sul tavolo ci sono innanzitutto le candidature dei due principali schieramenti, che da una parte (Lega Nord e centrodestra) vede la probabilissima conferma dell’attuale presidente Roberto Maroni e dall’altra la possibile candidatura in area centrosinistra dell’attuale sindaco di Bergamo Giorgio Gori. Nomi che hanno ricevuto investiture pubbliche importanti (da un lato Salvini, dall’altra il ministro Martina) e che addirittura sarebbero già al lavoro per formare le squadre di candidati nell’ipotesi di andare al voto in autunno. In coincidenza magari con le Elezioni Politiche, stante la convergenza a livello nazionale sulla legge elettorale con modello tedesco.

Scenari nazionali che ricadono sui livelli locali, come conferma il post pubblicato la sera del 1 giugno sulla propria pagina Facebook da Jacopo Scandella, consigliere regionale PD della Valle Seriana, che prende di petto la “fretta” di andare al voto della Lega e del presidente Maroni.

Jacopo Scandella

“Maroni continua a dire – scrive testualmente Scandella –  che in autunno si voterà per le regionali. Ma perché un Presidente in carica, con una maggioranza che lo sostiene, dovrebbe dimettersi 6-8 mesi prima della fine del mandato?  Vi spiego il motivo: Maroni è sotto processo ed entro la fine dell’anno arriverà la sentenza; vuole votare al più presto perché se viene condannato – come è probabile – non potrà più ricandidarsi a Presidente. Capisco tutto, eh, ma un uso così personale delle istituzioni continua a farmi un po’ schifo”.

Il riferimento, per nulla velato, è al processo attualmente in corso alla quarta sezione penale del tribunale di Milano, che vede Maroni difendersi dall’ipotesi di aver esercitato pressioni per favorire due contratti d’assunzione stipulati a persone vicine a Maroni dalla società Expo 2015 e da Eupolis, l’ente della Regione Lombardia per la ricerca, la statistica e la formazione. Il processo ha già subito alcuni rinvii procedurali chiesti dai difensori di Maroni.

Le temperature “politiche” in vista dell’estate sono destinate a salire ulteriormente, anche in considerazione del Referendum consultivo indetto per il 22 ottobre, quando lombardi e veneti saranno chiamati ad esprimersi sull’opportunità di affidare alla Regione un mandato forte per concordare con il Governo forme di autonomia più consone. Si annuncia una lunga estate calda.

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