Cronaca
Il ricordo di Trento Longaretti – foto
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L’artista bergamasco Trento Longaretti è morto a 100 anni. Il ricordo del Segretario Generale della Fondazione Credito Bergamasco, Angelo Piazzoli, sulla figura umana e artistica del grande Maestro scomparso.
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Trento Longaretti (al centro) a Palazzo Creberg
Il mondo dell’arte è in lutto: Trento Longaretti, artista bergamasco noto in tutto il mondo, è morto mercoledì mattina all’età di 100 anni. Era nato a Treviglio il 27 settembre del 1916. Bergamo lo aveva festeggiato per i cento anni con una serie di iniziative. Era ricoverato alla Clinica San Francesco ed era stato trasferito all’Hospice di Bergamo dove è morto.
Tra le attestazioni di stima quella di Angelo Piazzoli, Segretario Generale della Fondazione Credito Bergamasco, che così ricorda l’artista: «Nel Palazzo Storico di Largo Porta Nuova, Trento Longaretti era di casa. Noi percepivamo chiaramente come egli si sentisse tale – e come noi tutti lo si considerasse di famiglia – per la sua assidua presenza ai nostri eventi d’arte e di cultura.
L’artista vi familiarizzò sin dai primi anni Sessanta, quando eseguì il maestoso affresco dedicato al Giuramento del Podestà (1961) per la Sala del Consiglio e il monumentale polittico La gente bergamasca (1962) per la Scala di rappresentanza. Lavori di grande rilievo, che testimoniano la lungimiranza di chi, all’epoca, volle pensare che il talento andasse ricercato e coltivato in loco, commissionando a giovani artisti bergamaschi opere permanenti, che ora costituiscono un importante patrimonio per la Banca e per la Città. I giovani artisti di allora appartengono alla storia dell’arte e le opere – realizzate in quegli anni formidabili – sono considerate monumenti di pregio, per epoca e qualità.
Molte sono state le iniziative da noi condivise con Trento Longaretti: dal sostegno a mostre colte e raffinate, a restauri di sue opere pubbliche (quali le vetrate dell’Istituto Secco Suardo), alla dedicazione di una sala del Palazzo (ove è conservato, fra l’altro, il suggestivo bozzetto preparatorio per l’affresco Giuramento del Podestà) sino a tre mostre personali (Acquarelli, La metafisica delle cose, Humana Pictura) che abbiamo realizzato (rispettivamente nel 2008, nel 2009 e nel 2014) nel Palazzo Storico, raccogliendo strepitosi successi di pubblico e ampi consensi di critica.
Vorrei rimarcare lo straordinario apprezzamento che la gente riservò, nell’estate 2014, ad Humana Pictura, presentata nel Salone Principale della Banca in un allestimento “volante” volutamente atipico che, richiamando gli stendardi delle parate popolari dei giorni di festa, avvolgeva completamente il foyer e lo convertiva in una vivace piazza comunicante con l’esterno – in sintonia con lo spirito di apertura della nostra Fondazione – creando un luogo dove poter vivere (e condividere) momenti di serenità e di riflessione.
Ricordo con emozione il gesto di sorridente plauso con cui, alla vigilia dell’inaugurazione, il prof. Longaretti – rimirando, dall’alto del Loggiato, le sue opere appese tra le colonne del Salone – manifestò, con un festoso batter di mani, il suo apprezzamento per un allestimento che lo sorprese e lo commosse al punto da menzionare la mia persona, nella sua dedica autografa al catalogo, come autore della mostra (alle mie rimostranze replicò di essere semplicemente autore dei dipinti).
Accogliere a Palazzo questo ciclo, sapientemente titolato Humana Pictura, significava offrire alle persone, in un momento difficile, un segno di speranza – teso a simboleggiare ciò che la Fondazione ha realizzato in passato e intende realizzare in futuro, per le comunità di appartenenza, in termini di promozione umana – “attraverso la serie di uomini, donne e infanti a grandezza naturale che, nelle figure allungate sugli sfondi a tessere colorate, alludono alle ieratiche teorie di santi dei mosaici bizantini” (Paola Silvia Ubiali).
In tale occasione i visitatori ammirarono la qualità della pittura di Longaretti e percepirono l’afflato ideale dei dipinti esposti, quali laiche allegorie della vita, che – proprio nella struggente umanità di gesti semplici ma solenni, eterni e immutabili – lasciano trapelare un’aura di intensa sacralità. Queste suadenti opere sottolineano con forza – in sintonia con i nostri ideali – il valore assoluto dell’Uomo, rivelando la profonda umanità di un artista capace di scandagliare l’animo proprio perché ha intensamente vissuto la sua operosa quotidianità nella spirituale giovinezza dei suoi anni, splendidamente portati fino all’ultimo. “Homo sum, humani nihil a me alienum puto”, avrebbe detto Terenzio.
Una storica prossimità, dunque, e una vivace liaison, ancor più intense nel 2016, l’anno del Centenario, nel quale lo abbiamo affiancato – con affetto e, sempre, un passo indietro – in tutte le più significative iniziative che man mano maturavano sul territorio. Dal suggestivo documentario-film (dedicato alla sua vita e alla sua arte) prodotto da Teamitalia, alla mostra di suoi disegni all’Ateneo di Bergamo Alta, dal volume sulle opere pubbliche in città (edito da GAMeC) alla mostra a Lovere (in Accademia Tadini) a lui dedicata da suoi Allievi della Scuola della Carrara, dalle iniziative che abbiamo proposto a Treviglio (sua città natale) alla qualificata mostra antologica realizzata nell’autunno del 2016 al Museo Bernareggi, che ha coronato lo splendido percorso celebrativo nel quale il Professore ha potuto percepire il corale affetto, frutto di una vita piena e coerente.
Ora appartiene meritatamente alla grande storia dell’arte».
Clicca sulle foto per ingrandirle.
- La mostra del 2014
- Longaretti e Piazzoli
- Longaretti e Piazzoli
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