Cronaca
Emergenza Alzheimer, un progetto per la Val Seriana e la Val di Scalve
Questionari in farmacia e esami prioritari per riconoscere tempestivamente la demenza, affrontare una diagnosi di Alzheimer e imparare a convivere con il declino cognitivo. 1500 le persone che ne soffrono in Val Seriana e in Val di Scalve.
Riconoscere la demenza, affrontare una diagnosi di Alzheimer, imparare a convivere con il declino cognitivo e superare la frustrazione da parte di chi si prende cura dei malati. Venerdì mattina, presso la sede di Ats Bergamo è stato presentato il progetto «Demenza\Alzheimer» per le valli Seriana, Seriana Superiore e di Scalve, emanazione del tavolo di sistema per la salute della Valle Seriana.
“Questo modello del tavolo di sistema – ha sottolineato Mara Azzi, direttore generale di Ats Bergamo – è stato avviato un anno fa e va esattamente in direzione dell’applicazione della riforma, anticipando il lavoro in rete per una risposta condivisa in risposta ai bisogni del paziente fragile”.
Il progetto «Demenza / Alzheimer» è infatti il risultato concreto del lavoro del tavolo di sistema per la salute della Valle Seriana, promosso dall’Ats di Bergamo, con ente capofila l’Asst Bergamo Est. Un progetto che ha potuto contare sia sulla costruttiva collaborazione dei medici di assistenza primaria dei farmacisti della valle, sia sull’apporto degli ambiti distrettuali e delle unità d’offerta sociosanitarie che hanno partecipato attivamente alla delineazione della presa in carico integrata di questi soggetti fragili.
I numeri della demenza
Obiettivo del porgetto: aumentare l’informazione e il supporto rispetto alla demenza e alla malattia di Alzheimer, molto diffuse fra la popolazione; più di 45 milioni di persone nel mondo soffrono di demenza e solo in Italia se ne contano almeno 1 milione e 200 mila. In Valle Seriana, Valle Seriana Superiore e Valle di Scalve, alla data del 31.12.2016, risultavano diagnosticate per demenza/alzheimer, 1495 persone delle quali 645 assistite al domicilio. Condizioni che spesso fanno paura, ma con le quali si può convivere.
Come si individua la malattia
Per individuare i bisogni prioritari del territorio, il tavolo di sistema per la salute si è avvalso di un gruppo di raccordo tecnico, composto da esperti e coordinato dal dipartimento PIPPS (Programmazione per l’Integrazione delle Prestazioni Sociosanitarie con quelle Sociali) dell’Ats, che ha messo a confronto i dati di epidemiologia sanitaria e sociosanitaria di Ats, con il punto di vista esperto degli stakeholders locali. Sulla scorta di questa analisi, il tavolo ha individuato come aree di intervento prioritario: i bisogni delle persone con diagnosi di demenza/Alzheimer e Parkinson e delle famiglie che le assistono a domicilio.
Nella cura di tutti quesi malati è fondamentale assistere non solo il malato ma anche il care giver, la figura che si occupa del problema, molto spesso nella duplice frustrazione del dolore della malattia della persona cara e del confronto quotidiano con una persona che non lo riconosce più.
Dal lavoro svolto è emerso come il medico di assistenza primaria debba rappresentare il punto di arrivo di ogni informazione relativa all’assistito. Le farmacie possono essere di grande aiuto in questo, suggerendo a pazienti o parenti, che chiedono indicazioni sul comportamento o sui farmaci da assumere per calo della memoria o comportamenti inusuali o altri disturbi cognitivi, la compilazione di un piccolo questionario elaborato dal gruppo che dovrà essere stampato e lasciato al paziente.
Nel testo del questionario sono elencate otto domande (definite: “campanelli d’allarme”); la risposta positiva ad almeno due di queste domande indica la necessità di un accesso per approfondimenti clinici dal proprio medico di famiglia. Il medico, valutato il caso, potrà inviare al centro U.V.A (Unità di Valutazione Alzheimer) la persona previa effettuazione di esami base.
Cosa prevede il progetto dell’Asst Bergamo Est
L’Asst Bergamo est garantirà che tali esami (TAC senza mezzo di contrasto ed esami di laboratorio) possano essere effettuati nello stesso giorno in ospedale e in strutture il più vicino possibile alla residenza dell’assistito, e l’U.V.A, stabilita la diagnosi ed impostata la terapia, reindirizzerà il paziente al medico di famiglia con suggerimenti anche relativi ai supporti socio sanitari e sociali utili per il singolo malato o per il caregiver. Lo stesso avverrà in caso di dimissione di pazienti dai centri Alzheimer o dall’RSA aperta.
Non solo. E’ stato realizzato anche un apposito manifesto «Problemi di memoria, parliamone…» esposto presso tutte le farmacie unitamente ad un opuscolo/questionario sulla Demenza/Alzheimer che aiuta ad iniziare a conoscere (davvero) questa malattia, al di là di ogni stereotipo e falso mito. Non sempre, infatti, un problema di memoria è sintomo di malattia ed è sempre bene approfondire.
«Una diagnosi di demenza non significa la fine della vita: vivere con la demenza è possibile. Per questo, abbiamo fortemente voluto la realizzazione di questo documento e più in generale ci impegniamo per diffondere maggiore consapevolezza circa questi disturbi. È compito di tutti noi garantire una buona qualità della vita ai malati e ai loro famigliari, costruendo una società accogliente e solidale, combattendo lo stigma e i pregiudizi che questa malattia porta con sé» – ha spiegato la Mara Azzi, direttore generale di Ats Bergamo. L’impegno per garantire una vita dignitosa ai malati e alle loro famiglie, infatti, è globale ed è universalmente riconosciuta l’importanza di una diagnosi precoce che consente di intraprendere per tempo tutte le azioni necessarie a mantenere il benessere della persona il più a lungo possibile. L’opuscolo/questionario, esposto sul bancone delle Farmacie, aiuta così a riconoscere in maniera semplice e immediata alcuni «campanelli d’allarme» della malattia.
I sintomi che più comunemente si presentano all’esordio di un disturbo cognitivo sono in particolare: calo di interesse nelle attività quotidiane, problemi di giudizio, ripetizione di domande e di eventi accaduti in passato, difficoltà nell’apprendere come usare apparecchi domestici, difficoltà nel ricordare correttamente i mesi o gli anni, difficoltà nella gestione delle finanze e nel ricordare gli appuntamenti presi. Tutte situazioni che richiederebbero un consulto con il proprio Medico di famiglia con eventuali successivi accertamenti presso ambulatori specialistici. (unità di valutazione alzheimer).
““Percorsi “agili e semplificati” di diagnosi, cura e presa in carico come questo rappresentano un bisogno ormai sempre piu’ presente e necessario nel nostro territorio ma non solo. Presuppongono un impegno e un coordinamento in cui tutti gli attori sono fortemente coinvolti e coordinati; l’obiettivo comune e’ condiviso, si tratta di mettere in sinergia l’aspetto sanitario, sociosanitario e sociale.
Il futuro, ormai non troppo lontano del nostro virtuoso Sistema Sanitario Lombardo” – ha dichiarato il Dott. Francesco Locati, direttore generale ASST Bergamo Est.
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