LA GUIDA DEL CUORE
In vetta alla Presolana, la Regina delle Orobie
In questa nuova uscita della “Guida del cuore”, la rubrica dedicata all’escursionismo, vi porteremo in vetta alla Presolana, il massiccio dolomitico per eccellenza delle montagne orobiche bergamasche.
2521, un numero che tanti alpinisti e appassionati della montagna bergamasca e non solo ricordano bene, l’altezza della cima Occidentale della Presolana, la “Regina delle Orobie”. Il massiccio della Presolana conta ben 6 cime, oltre all’Occidentale che è la più elevata, si trovano la Centrale, l’Orientale, la Presolana di Castione, il Visolo e la cima delle Corzene.
Materiale pronto (caschetto e corda consigliati), zaino in spalla, adrenalina e pronti ad affrontare la vetta. Un’escursione che richiede una buona abilità e conoscenza alpinistica, non si tratta più di una semplice passeggiata. Si dovranno affrontare passagi di secondo grado dove si richiede lo spostamento di un arto per volta ed una corretta impostazione dei movimenti. Gli appigli ed appoggi si trovano con facilità ma alcuni tratti che sfiorano il terzo grado richiedono un’attenzione maggiore ed una mente lucida, per questo consigliamo un buon allenamento fisico per non farsi cogliere impreparati nell’affrontare i passaggi più impegnativi.
Arrivati al Passo della Presolana (1297 m s.l.m.) in territorio di Castione della Presolana, si parcheggia l’auto e ci si incammina in direzione Rifugio Malga Cassinelli (1 ora). Superato il rifugio si segue la segnaletica che conduce alla Cappella Savina (1 ora e 40 minuti). Da qui si prende il ripido sentiero su ghiaione che porta alla Grotta dei Pagani a 2.200 m s.l.m. (30 minuti).
Ora l’escursione si fa più impegnativa, caschetto in testa ci si porta sul lato destro della grotta (guardandola) e ci si arrampica seguendo i bolli rossi (difficoltà secondo grado scarso). Superato il primo pezzo difficile si affronta un canalino più impegnativo (difficoltà secondo grado) sino a raggiungere una catena. Qui si presenta un passaggio ripido ed esposto ma gli appigli non mancano.
Seguendo i bolli e prestando sempre molta attenzione si raggiunge la cengia che si supera senza grande difficoltà. Qui si arriva al passaggio più difficile, una parete esposta di circa 30 metri. Non perdete mai di vista i bolli, se vi trovate in difficoltà ad affrontarla fatevi sicura con una corda (grado di difficolta secondo grado +). Gli appigli ci sono ma prendete tutto il tempo necessario per affrontare la salita. Passata la parete s’imbocca il ramo sinistro del canale alquanto friabile che con vari passaggi di primo grado conducono alla cresta sommitale. Da qui a destra seguendo la cresta si arriva alla cima.
Per la discesa seguire lo stesso tracciato di salita facendo molta attenzione al passaggio della paretina che si fa più impegnativo, aiutatevi con la corda.
Periodo consigliato da giugno ad ottobre. Sconsigliabile con neve nei canaloni. Il casco è di fondamentale importanza spacie se la via è affollata. Grandioso panorama dalla cima che spazia dall’Adamello, al Bernina, al Cervino e Monte Rosa.
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