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Cronaca

Dalla solidarietà ecco i buoni frutti, a Gandino c’è l’orto dei migranti

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Da un corso di tecnica biointensiva dedicato ai richiedenti asilo nasce un orto rigoglioso che dispensa verdure e speranza. L’iniziativa grazie al docente messicano Juan Manuel Valdez ed alla collaborazione fra la Cooperativa La Fenice e la Comunità del Mais Spinato di Gandino.

Fa più rumore una pianta che cade…di mille zucchine che crescono. Si può parafrasare così una nota citazione filosofica per segnalare il piccolo seme di solidarietà cresciuto a Gandino, dove la Comunità del Mais Spinato, in collaborazione con la Cooperativa La Fenice di Albino, ha organizzato lo scorso maggio un corso di tre giorni dedicato alla Coltivazione Biointensiva. Allievi del corso sono stati i giovani richiedenti asilo (provenienti dal continente africano) ospitati presso l’ex Cdd di Gandino.

L’iniziativa legata al Biointensivo si ricollega a quanto realizzato negli ultimi anni, grazie in particolare alle pionieristiche intuizioni del compianto Ivan Moretti.  A tenere lezioni teoriche e pratiche a venticinque volenterosi allievi è stato il docente messicano Juan Manuel Valdez, fra i massimi esperti mondiali della tecnica biointensiva, giunto in Italia per alcuni corsi a Roma e nella vicina Colzate. Un’opportunità importante per spiegare ai giovani ospiti il metodo biointensivo, che presuppone un doppio scavo, risparmio d’acqua fino all’80%, doppia produzione e produzione in proprio di semente e compost.

Grazie all’assistenza di Angelo Savoldelli ed alla traduzione dallo spagnolo all’inglese e al francese curata da Icaro (operatore della cooperativa La Fenice) e Paolo Fantoni, sono state realizzate cinque “came” di coltivazione, ciascuna della dimensione di circa 10 metri quadrati.

Ora l’orto produce in maniera copiosa, al punto che le verdure curate e raccolte dai richiedenti asilo, vengono distribuite anche ad altre comunità che fanno capo alla Cooperativa La Fenice, presieduta da Fabrizio Persico. Alla fine del corso è stato consegnato un diploma ai partecipanti che hanno acquisito nuove competenze: un piccolo, significativo, segnale di speranza.

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