Seguici su

Cronaca

Sentieri Creativi, la mostra con i progetti per la realizzazione di un’opera sulle Orobie

Pubblicato

il

Dopo la settimana trascorsa sulle Orobie, giovedì 27 luglio a Bergamo viene inaugurata la mostra con i progetti dei sette artisti che hanno partecipato all’edizione 2017 di “Sentieri Creativi”.

Gli artisti che hanno partecipato al progetto

Verranno presentati giovedì giovedì 27 alle ore 18.00 presso lo Spazio Polaresco di Bergamo i progetti realizzati dai sette artisti che hanno partecipato a “Sentieri Creativi” 2017.

Dopo i giorni di residenza all’Ostello al Curò di Valbondione la prima settimana di luglio, i ragazzi presenteranno, di fronte a una giuria di esperti d’arte e del territorio, i progetti ideati per la realizzazione di un’opera permanente nei pressi del lago del Barbellino.

La location è stata individuata dal comune di Valbondione: il luogo pensato per la realizzazione dell’opera permanente è una grossa roccia alla quale i giovani si sono approcciati ognuno a suo modo mettendo alla prova la loro arte e indagando aspetti a prima sconosciuti.

“Sentieri Creativi” è promosso da l’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Bergamo, in collaborazione con il Club Alpino Italiano, l’Accademia Carrara di Belle Arti G. Carrara, Museo Civico di Scienze Naturali “E. Caffi” e con il patrocinio del Comune di Valbondione e del Parco delle Orobie Bergamasche.

Clicca sulle foto per ingrandirle.

 

     I 7 progetti

Luca Maestroni

L’intervento si presenta come un sottile puntello di alluminio a sostegno della roccia presa in esame, la quale sta lentamente collassando su sé stessa. Considerando il macigno come un corpo ferito, lo scopo è di riuscire ad “aiutarlo” cercando di ritardare il più possibile l’inevitabile distacco delle due porzioni che lo compongono. L’idea che permea l’opera è che questa possa essere considerata compiuta laddove sia riuscita a spostare nel futuro il distacco del frammento anche “per un solo attimo in più”, frase  incisa a mano sulla superficie della barra, in tensione tra suolo e pietra.

Chiara Cotti

Lo spazio intermedio di cui ci troviamo spettatori è il tentativo vano dell’uomo di contrastare un processo puramente naturale, nel nostro caso quello in cui il masso, vivendo un proprio ciclo vitale, si disintegra nel tempo. L’uomo agisce modificando tempistiche e spazi che non gli appartengono, in un ciclo di divenire e passaggio in cui sospende l’elemento naturale tra dissoluzione e frammentazione.

Simone Mainetti

La mia opera punta a celebrare il successo della reintroduzione dello stambecco nelle Alpi Orobie bergamasche, progetto che quest’anno festeggia trent’anni dai primi rilasci in alta valle Seriana, mettendo in evidenza l’importanza della salvaguardia del patrimonio naturale.

Carlo Catellani – Discendere

Un’opera che indaga il paesaggio reale come paesaggio interiore; in questo caso, il paesaggio montano come paesaggio verticale. E se l’ascesa è da sempre legata alla tensione verso il divino e il sublime, la discesa è, così come vissuto dall’artista, un viaggio alla scoperta dei demoni che abitano il proprio io.

Anna Pezzoli

Un cartello indica di fermarsi, prestare attenzione, guardare una roccia che solo apparentemente si è comodamente posizionata sul terreno. Una roccia il cui tragitto si conclude in discesa, a differenza di noi che saliamo verso le vette. In data da destinarsi non la vedremo più.

Valentina Goretti

Una sedia in cima ad un sasso, perchè la cima di una montagna non è la tappa più importante, perchè prima di raggiungerla devi fare una scelta: se guardare la tua meta con impegno o non aver neanche bisogno di provarci. Qualcuno si è seduto, qualcuno si siederà e l’unica cosa che ti è data sapere è dove puntava il suo sguardo e decidere se accettare o meno la sfida.

Alberto Rocchetti

Il progetto si pone l’obbiettivo di svuotare un elemento pesante e massiccio come la roccia producendo un varco e facendo intravedere il cielo creando situazioni inaspettate e sensazioni completamente nuove al viaggiatore. L’opera si presenta all’osservatore come un gioco, cercando di mandarlo in confusione evitando la facile comprensione dalla distanza. Utilizzando un materiale completamente riflettente, l’opera è in continua evoluzione così come il cielo e il materiale stesso si perderà nell’immensità della montagna, sia da lontano che da vicino.

Tutti i diritti riservati ©

Continua a leggere le notizie di Valseriana News, segui la nostra pagina Facebook o iscriviti al nostro gruppo WhatsApp

Clicca per commentare

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *