L'UNICA REGOLA DEL VIAGGIO
Il mondo che c’è la sotto – Meditazione subacquea (o quasi) alla scoperta del Mar Rosso
Una meditazione subacquea (o quasi) alla scoperta del Mar Rosso e di quello che c’è là sotto.
Il mondo che c’è là sotto io l’ho scoperto da poco. Da due anni per la precisione, da quando le mie amiche Lilly e Chicca mi hanno, letteralmente, infilato pinne, maschera e giubbetto di salvataggio e, dopo un esperto e paziente training, preso per mano alla scoperta delle meraviglie del Mar Rosso. Lo snorkeling, per chi soffre di claustrofobia, non è affare da poco. Ma quando ho dato un’occhiata furtiva al mondo sottomarino, ho capito che dovevo buttarmi. Ho scoperto anche che nuotando piano piano si può applicare una delle forme base di meditazione, osservare con intensa attenzione e percepire ogni stimolo sensoriale che giunge.
Giusto sotto il pelo dell’acqua si trovano colori e forme incredibili. Coralli azzurri, verdi, rosa confetto, giallo ocra che somigliano a cavoli enormi, labbra dischiuse, fiori ramificati. Per non parlare dei pesci dalle sfumature cangianti da passerella di Vivienne Westwood, esaltate dai raggi di sole che penetrano l’acqua come lame. O del blu intenso dell’ acqua profonda verso il largo che, come il vuoto, attrae.
Il mondo là sotto ha, inaspettatamente, anche un sapore, il più salato che io abbia mai provato. L’ho assaggiato le molte volte che ho dimenticato che dal boccaglio non si parla, non si chiamano i pesci, non si rimprovera chi, tuffandosi con grazia, ti finisce addosso.
Ogni movimento può rivelarsi armonioso, acqua che si apre lenta al battere delle pinne, ma guai a sfiorare con le dita o i polpacci i coralli che, taglienti o acuminati, feriscono in un attimo.
Che dire poi dei suoni e rumori… Il ronzio dell’acqua contro i timpani, come una vecchia radio non sintonizzata, il fischietto del bagnino sul pontile, le onde. Sovrano su tutti regna però il più antico e enigmatico dei suoni. Quando l’ho sentito per la prima volta così forte mi sono spaventata. Il ritmo duale battito del cuore – respiro, nitidi e intensi, resi assoluti dall’acqua.
Come faccio durante la meditazione, ho provato ad accoglierli entrambi, mi sono stupita nel sentirli affievolirsi con l’arrivo delle correnti calde, quasi mi ritrovassi cullata a mia insaputa. Mi sono scoperta ad osservarne ogni variazione insieme a quelle dei fondali, a soffiare lentamente fuori l’aria per non disturbare nuvole di minuscoli pesci verdi mentre scivolavo sulla barriera corallina a un metro dal mio corpo, nell’acqua tiepida.
E, come in una meditazione, mi sono sentita in pace.
Maria Teresa Betti
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