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Cronaca

Graffiti su rocce e sassi con cemento rapido: quando l’amore non è per la montagna – Foto

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Raffica di segnalazioni per i graffiti d’amore che si moltiplicano sui sentieri delle Orobie. In qualche caso si arriva addirittura a posizionare pietre decorate con il cemento rapido.

Un amore eterno ed inscindibile… costruito sulle rocce. Non è probabilmente il richiamo evangelico ad ispirare gli innamorati che segnalano la propria unione su rocce e segnavia dei sentieri delle Orobie, scatenando considerazioni non certo benevole da parte di chi ama vivere questi luoghi nella loro essenza incontaminata.

Il caso era nato già lo scorso anno, quando si erano moltiplicate le segnalazioni sul gruppo Facebook “Orobie Trekking”, in cui oltre ottomila appassionati scambiano impressioni, foto e suggerimenti riguardo le principali escursioni sulle nostre montagne.

Al centro dell’attenzione le scritte (incise, verniciate, scolpite) “Carlo & Rosy” che hanno disseminato sentieri (anche impegnativi) e addirittura Madonnine di vetta con le proprie firme, nel nome (si suppone) di un amore eterno. E’ accaduto sulla vetta del Monte Aga, sopra il Rifugio Longo. “Speriamo che si separino” è il commento di chi preferisce l’ironia, ma a dominare è la riprovazione per un gesto maleducato ed egoista.

A ridare fiato alle ricerche e alle relative polemiche è stato un nuovo post sul gruppo, che segnala le prodezze di Carlo & Rosy anche nella zona di Fontanamora. Fra i commenti emerge un caso analogo, in cui addirittura gli innamorati Cristina & Antonio predispongono a casa pietre colorate con i loro nomi, fissandole con il cemento rapido lungo torrenti o passaggi significativi. Ne vengono segnalati in Val Camonica, nella zona del Rifugio Benigni, sul pizzo Giacomo ed in altri luoghi vicini, oltre i duemila metri.

Il dibattito resta aperto, fra chi vede ben altri “attacchi” alle nostre montagne ed invocherebbe mobilitazioni simili per sfregi dovuti ad abusi e inquinamento, e chi ammicca ad un poco di romanticismo, sul tipo dei lucchetti che a Roma hanno reso celebre Ponte Milvio. Ma la stragrande maggioranza degli escursionisti vede in scritte e sassi cementati solo e soltanto maleducazione e mancato rispetto di bellezze che tutti hanno il diritto di apprezzare.

Fra i soldati statunitensi prese piede nel corso della seconda guerra mondiale la moda di un graffitto “Kilroy was here” da apporre nei luoghi più disparati, quasi a lasciar presagire come l’invincibile (e fantomatico) Kilroy possa arrivare dovunque. Un effetto emulazione di massima che ha fatto sì, secondo Wikipedia, che la scritta “Kilroy è stato qui” sia presente in molti posti significativi e/o difficili da raggiungere tipo la torcia della Statua della Libertà, sul Ponte di Marco Polo in Cina, in capanne della Polinesia, su un’alta trave del George Washington Bridge di New York, sulla sommità del monte Everest, all’interno dell’Arco di Trionfo, scarabocchiato nella polvere sulla luna, nelle casematte dell’epoca della seconda guerra mondiale sparse in Germania, nelle fognature di Parigi e, come omaggio alle sue origini, incisa nel Memoriale Nazionale alla Seconda guerra mondiale di Washington. Sulle nostre montagne probabilmente “osano i romantici”, ma forse è il caso che l’amore eterno lo dimostrino anche per la natura ed i sentieri.

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