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Cronaca

Una vita al servizio dello Stato, a Leffe pienone per il Comandante Alfa – foto e video

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Pienone a Leffe per la serata che ha visto protagonista il Comandante Alfa, fondatore del GIS, il Gruppo di Intervento Speciale. Una vita, la sua, all’ombra della divisa e al servizio dello Stato.

Il Comandante Alfa e Giambattista Gherardi

Era solo poco più che un bambino quando decise che avrebbe dedicato la sua vita a combattere i nemici. Lui è il Comandante Alfa, nato nel 1951 nel profondo sud, a Castelvetrano – solo questo è dato sapere della sua identità – mentre i suoi nemici sono stati prima i mafiosi, che ha conosciuto fin da piccolo,  e successivamente i terroristi e ogni tipo di criminale che ha affrontato negli altre 40 anni di carriera. Paracadutista, il Comandate Alfa è stato uno dei fondatori del GIS, il Gruppo d’Intervento Speciale dell’Arma dei Carabinieri.

Il Comandante Alfa, su invito dell’Associazione Carabinieri della Media Val Seriana, ospite sabato sera a Leffe nella tensostruttura annessa al Polo Scolastico-Museo del Tessile, davanti ad una platea folta e attenta, ha raccontato la sua esperienza straordinaria e segreta (per questo si presenta con il volto travisato da passamontagna di protezione che ne protegge l’identità), l’addestramento e le missioni ad alto rischio. 

Incalzato dalle domande del giornalista Giambattista Gherardi, collaboratore di Valseriana News, ha raccontato di una vita al servizio dello Stato, basata sul continuo addestramento, senza però dimenticare l’amore della famiglia, che in questi casi diventa un perno fondamentale.

“Avevo 11 anni e, dopo un’infanzia difficile in una Sicilia violenta e contaminata dalla mafia – ha spiegato il Comandate -, ho deciso di entrare a far parte dell’altra barricata. All’epoca è stata una scelta difficile, i figli dei mafiosi erano benestanti e poteva sembrare più facile diventare come loro. Ma il mio desiderio di giustizia è stato più grande, così mi sono dedicato con passione all’addestramento fino a creare il GIS. Nei primi anni di attività, a cavallo degli anni ’80, siamo stati anche all’estero per imparare le azioni militari ad alto rischio nei teatri internazionali. Ad oggi possiamo dire di essere una delle Forze Speciali più specializzate in Europa”.

Tutt’oggi il GIS arruola giovani determinati e “pensanti”, come li ha definiti Alfa che, per qualche anno, ha fatto anche l’addestratore e che, tutt’oggi, continua a dirigere le linee programmatiche del Gruppo: “Non cerchiamo dei Rambo – ha continuato – ma dei ragazzi decisi e con la testa ben salda sulle spalle. Oltre all’addestramento fisico infatti, l’altra componente fondamentale della nostra preparazione, è l’equilibrio psicologico per mantenere sangue freddo sia nelle azioni rischiose, sia nelle lunghe missioni all’estero”.

Il Comandate ha spesso fatto riferimento alla sua vita “nell’ombra”, come racconta nel libro che a Leffe è andato a ruba, dove però non manca il supporto della famiglia. “Per noi l’amore di una moglie e dei figli che ti aspettano a casa sono fondamentali. Sono sopravvissuto così tanti anni nel GIS perché sono riuscito a scindere i due ruoli: Comandate Alfa appena raggiungevo il nucleo operativo e marito e padre non appena rientravo in casa. La famiglia è il nostro punto fermo, soprattutto dopo mesi all’estero. La nostra vita è nell’ombra a favore dello Stato ma si basa sugli affetti più semplici, come quella di ogni persona”.

La serata si è conclusa con un fiume di domande e con foto e autografi che il Comandante Alfa non ha risparmiato, soprattutto ai più giovani chiedendo loro di credere nei propri sogni perché, se si ha la determinazione – così com’è stato per lui -, tutto si può fare.

Guarda l’intervista qui.

Clicca sulle foto per ingrandirle.

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