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Cronaca

Una nuova “Via della Seta”, la Val Gandino fra storia e innovazione

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Venerdì 13 ottobre serata dedicata alla bachicoltura ed alla lavorazione della seta al Museo del Tessile di Leffe, nell’ambito de “I Giorni del Melgotto”. Una serata fra parole e musica, con qualificati relatori, i racconti di viaggio di Roberto Cato Picinali ed un progetto di rivalutazione che ha già mosso i primi passi concreti.

Bozzoli da seta

Viaggia fra storia e innovazione lungo “la nuova via della Seta” l’incontro in programma venerdì 13 ottobre alle 21 al Museo del Tessile di Leffe, nell’area del Polo Scolastico di via Locatelli, 29. L’iniziativa rientra nell’ambito de “I Giorni del Melgotto” organizzati dalla Comunità del Mais Spinato di Gandino e punta a dare nuova vita alla tradizione tessile locale nell’ambito della bachicoltura e della seta.  Un “ritorno al futuro” possibile, su cui la Val Gandino intende misurarsi e che già muove i primi passi. Nei mesi scorsi ha riaperto a Gandino (dopo decenni) un allevamento artigianale di bachi da seta, curato a Gandino da Clemente Savoldelli. “E’ un nuovo inizio – sottolinea Filippo Servalli, vicesindaco di Gandino e fra i fautori del progetto – che si lega ad una fortissima tradizione locale e per il quale abbiamo attivato la consulenza scientifica del CREA-API di Padova, l’ente di ricerca del Ministero dell’Agricoltura per la ricerca in apicoltura e bachicoltura, diretto da Silvia Capellozza, che conserva dal 1871 una banca dati inestimabile”.

Il nuovo allevamento ha reso necessaria la mappatura di tutti i gelsi (i murù) ancora presenti in Val Gandino (e non sono pochi), ma ha anche la necessità di ridare vita ad una filiera di trasformazione che per fortuna è sta ben conservata, per esempio, al Museo del Tessile di Leffe.

“La nostra esposizione – conferma Gianfranco Bosio, presidente dell’associazione ARTS che cura il Museo leffese – propone a scopo didattico l’intero ciclo di lavorazione, al punto che anche in Museo sono stati allevati i bachi. A dominare la sala espositiva è per esempio l’antico torcitoio circolare della seta attivo a Leffe sino al 1924, con particolari tecnici come lo “zetto” ideati da Leonardo da Vinci. E’ regolarmente alimentato ad acqua grazie ad una ruota realizzata negli ultimi anni. Il progetto legato alla “nuova Via della Seta” ci rende orgogliosi e conferma di fatto come l’impegno di ARTS non sia semplice nostalgia dei bei tempi andati, ma costituisca un presidio fondamentale per conservare e tramandare competenze di altissimo livello espresse in Val Gandino, base ideale per costruire oggi innovazione”. “Ci sono colossi della moda come Hermès e Versace – sottolinea Filippo Servalli – che ipotizzano di ricostruire una filiera corta della seta Italiana ed Europea. Una delegazione italo-francese (Crea Api Padova e Lione/Hermès) si è recato in Estremo Oriente, dato che il mercato segnala con insistenza l’involuzione qualitativa della seta cinese. Oggi in Italia si importano 3.000 tonnellate all’anno di filati di seta dalla Cina, poi lavorati dai diversi setifici. Per coprire il 10% del fabbisogno italiano, con nuova seta di qualità, basterebbero 10.000 ettari coltivati a gelso da frutto”.

Paliotto del Parato di San Ponziano in seta policroma e oro

A far da sfondo c’è poi il tema dei grandi mercanti gandinesi che già nel ‘600 raggiungevano la Mitteleuropa, portando in Valle manufatti (soprattutto sacri) che oggi sono preziosa dotazione del Museo della Basilica a Gandino. Si pensi per esempio al documento che segnala a Bolzano nel 1638 “il gandinese Marcantonio Bonduri commerciante di generi in lana e seta”, oppure le preziosissime sete arrivate da Lione nel 1769 per i paramenti del Corpus Domini di Gandino. Viaggi d’altri tempi ripercorsi nel recente passato dal cantautore Roberto Picinali “Cato” di Gandino, che nel 2015 ha attraversato in auto Europa ed Asia insieme a Valeria Melocchi, studentessa di Urgnano con la passione per la fotografia. Dopo oltre 7400 chilometri lungo “la via della Seta”, Cato & Vale hanno toccato Pechino, Shangai, Shunzou ed Hong Kong.

Cato

Nel corso dell’incontro a Leffe Cato ripercorrerà il viaggio con immagini e canzoni, mentre Filippo Servalli, Clemente Savoldelli e Silvia Capellozza, direttrice del CREA-API di Padova, presenteranno i possibili scenari del sistema seta. Interverranno alla serata anche Roberta Frigeni, direttore del Museo delle Storie di Bergamo e l’esperto prof. Flavio Crippa.

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